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Io sono con te

Regia di Guido Chiesa vedi scheda film

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La recensione su Io sono con te

di FilmTv Rivista
8 stelle

Un film della Madonna. Difficile definirlo altrimenti, e forse solo uno che si chiama Chiesa (Guido) poteva farlo. Proprio uno che di chiese non ne ha, o che almeno non rinuncia a pensare, emozionarsi, capire in nome di fedi acritiche. Poteva essere un tonfo imbarazzante Io sono con te. Al soggetto ambiziosissimo (della moglie e madre dei suoi tre figli Nicoletta Micheli, anche cosceneggiatrice con lui e Filippo Kalomenidis) si uniscono scelte artistiche e “politiche” forti: girare in arabo, cercare attori in Tunisia, raccontare Maria di Nazareth e Gesù rinunciando ai colpi di scena e agli effetti speciali, alla morte spettacolare e ai miracoli. No, Chiesa non ci impone un film religioso, ma un’opera che parla di pedagogia. Può un solo uomo cambiare il mondo? La domanda non è se esiste Dio fuori, sopra, oltre noi, ma se c’è un possibile salvatore dentro di noi. Può esserci se il bimbo è intelligente, vivace, un po’ incosciente e se ha una madre che con un’educazione coraggiosa ne accresce fiducia e consapevolezza. Il miracolo vero è quel rapporto unico e non del tutto spiegabile. Il regista, partendo da una premessa tanto semplice quanto potente, sa muoversi con sicurezza nella storia dell’infanzia di Gesù e volutamente evita ciò che è già stato raccontato molte volte, forse anche troppe. Non gli interessano scritture sacre o apocrife, quella dell’ottimo regista di Lavorare con lentezza e Il partigiano Johnny è la visione diversa e originale, e visivamente suggestiva, di chi non si accontenta delle versioni ufficiali. È un film radicale, anche se incorniciato dai sorrisi di Nadia Khlifi e dallo sguardo penetrante del piccolo Mohamed Idoudi, perché si smarca da tutto e tutti: Gesù, grazie a quella madre illuminata, cresce nel nobile esercizio della curiosità e del dubbio ed entrambi sono al di sopra delle convenzioni (e convinzioni) sociali, religiose, familiari. Laddove, ora, chi crede in Dio, chi ci lucra sopra - materialmente e politicamente - e chi lo rappresenta impone il dogma, Chiesa ci ricorda chi erano quei due rivoluzionari sorridenti.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 46 del 2010

Autore: Boris Sollazzo

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