Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
L'intento principale di Chiesa (e dei co-sceneggiatori Nicoletta Micheli e Filippo Kalomenidis) è quello di restituire giustizia ai reali contenuti dell'antico testamento, con particolare riferimento alla figura di Maria, per potere interpretare così in maniera netta e attendibile l'infanzia di Gesù. E poichè per capire la vita di ogni grande uomo occorre conoscerne la sua infanzia, il film si impegna al massimo per rendere la verità di quelle parole sulla pellicola, affidandosi a una ricostruzione storica sorprendente quanto impeccabile: non ci vengono risparmiati il fallocentrismo, il rigido patriarcato, la violenza (anche sui bambini), gli efferati sacrifici animali. Se tutto questo significa inoltre 'smontare il presepe', bè, poco importa agli autori: nessun bue e nessun asinello giungono a scaldare Maria nella grotta, Giuseppe non è neppure presente al momento del parto, i Re magi sono molti più di tre e introducono addirittura l'elemento comico nella storia. Perchè l'unica cosa che fa Gesù di fronte a loro è camminare sul bordo di un pozzo: ma per loro, che hanno un disperato bisogno di concretizzare la profezia della nascita dell'unto del signore, è sufficiente questo modestissimo fatto a convincerli. Allo stesso modo la raffigurazione classica del presepe convince senza dubbio alcuno - per abitudine, per scarsa curiosità, per questa necessità di dare un tocco di fantasia alle proprie idee sulla divinità - il fedele cristiano medio che le cose siano andate proprio così, arcangelo Gabriele, stella cometa e cammelli inclusi nella scenetta. Non c'è nulla di speciale in questo Gesù laico e 'umano': l'onestà intellettuale di un simile lavoro è encomiabile; ciò che meno facilmente risulta appetibile è il ritmo un po' lento e, se si vuole, anche una moderata perplessità sulla figura di Maria. Ovvero, il fatto che ciò che ci fa simpatizzare per lei sia essenzialmente la maniera 'moderna' in cui il suo sguardo filtra l'epoca in cui vive: nei suoi occhi sono già trascorsi duemila anni di cultura occidentale, l'umanesimo, l'illuminismo, i diritti umani, il femminismo. Un personaggio simile ha senso solo se interpretato dallo spettatore del 2010. Così, quando Gesù crescendo assume gli insegnamenti materni, il ragionamento prosegue andando incontro ad un corto circuito logico (o quantomeno crono-logico): come può il cristianesimo, cioè la storia della cultura occidentale del prossimo paio di millenni, discendere da una Maria di questo spessore, cioè da una figura che ha già palesemente assorbito in sè tutto ciò che sta per accadere da lì a duemila anni? Il paradosso è evidente. 6/10.
Una storia di duemila anni fa. Una ragazzina, Maria, viene presa in sposa da un falegname vedovo di nome Giuseppe; la giovane, anticonformista, si ribella alle usanze maschiliste della sua società e viene di volta in volta zittita o punita. Quando dà alla luce Gesù, però, trasmette al bambino il suo insegnamento d'amore, libertà, eguaglianza.
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