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Arrietty

Regia di Hiromasa Yonebayashi vedi scheda film

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La recensione su Arrietty

di supadany
8 stelle

Questa volta Hayao Miyazaki si limita a fornire il suo apporto alla sceneggiatura lasciando esordire alla regia il fidato collega Hiromasa Yonebayashi ed il risultato rimane in linea (o appena un filo sotto) con gli alti standard dello Studio Ghibli con (tanta) fantasia e (una leggera) poesia a compenetrarsi all’interno di una piccola (come i suoi protagonisti), ma (decisamente) piacevole storia.

Sotto il pavimento di una bella casa alla periferia di Tokyo, Arrietty e i suoi genitori, creature dalle sembianze umane ma minuscole, vivono da tempo in pace prendendo in prestito quanto occorre loro da vivere dagli umani senza farsi vedere.

Ma quando nella casa arriva il giovane Sho, Arrietty viene scoperta mettendo i suoi affetti in pericolo, ma non certo per colpa del ragazzino che invece è fin da subito affascinato da questa minuta creatura.

 

 

Un’altra delicata favola adatta a grandi e piccini, ricca di valori diversi che appunto possono fornire sincero godimento a fasce di pubblico diverse, segnata da un’animazione, come sempre nella tradizione Ghibli, tradizionale, ma dal tratto distintivo molto accurato ed attento.

Un insieme ricco il giusto, con alcuni personaggi comprimari riusciti (il gatto oversize che ricorda tanti classici personaggi dello Studio Ghibli, la tata tanto attenta nell’accudire Sho quanto segnata dal ghigno maligno quando trova quelli che lei chiama “gnomi”) e dei tempi scenici mai troppo veloci, ma nemmeno noiosi.

Di gran rilievo sono poi alcuni rapporti, soprattutto quello che si instaura tra Arrietty e Sho in primis, quasi un amore platonico ed irrealizzabile, due anime per motivi diversi solitarie (malattia per Sho e mancanza di suoi simili per Arrietty), senza dimenticare il legame tra la stessa Arietty e i suoi genitori.

Tutto questo con alle spalle un’attenzione considerevole per il dettaglio, basti vedere la piccola casa dove vivono i “prendimprestito”, tra i suppellettili e gli scenari a simulare il cielo ed il mare (un senso di libertà ad una vita nell’ombra).

Altro centro quindi per il team del maestro Miyazaki, linee guida rispettate sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo per novanta minuti che scorrono semplici, ma arrivando laddove devono, ovvero sotto la pelle, senza dover ricorrere ad artificio, ma sempre con estrema naturalezza.

Soave.

 

Hiromasa Yonebayashi

L'animazione segue le linee guida storiche dello studio Ghibli, sia per il tratto che per la cura della storia.

Egregio.

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