Regia di Hiromasa Yonebayashi vedi scheda film
Arrietty è una prendinprestito, versione moderna dell'espropriatore proletario , alta dieci centimetri o giù di lì che vive nella sua microcasa ricavata nelle viscere della casa che è abitata dal malato Sho, ragazzo sensibile e dalla molto meno sensibile sua governante.
L'incontro tra Sho e Arrietty, un incontro tra due diversi per antonomasia ambedue isolati per fattori a loro indipendenti come la malattia e l'antropometria, si rivelerà ricco di cambiamenti per entrambi.
Scritto da Hayao Miyazaki,tratto da un libro di Anne Norton già portato al cinema in versione live action(l'abbastanza fallimentare I rubacchiotti) e diretto da uno degli animatori di punta dello Studio Ghibli, Hiromasa Yonebayashi, Arrietty è una sorta di testimone della staffetta che parte dal vecchio maestro e arriva al più promettente dei suoi allievi.
Contiene molte delle tematiche del maestro( la diversità,il viaggio, la fuga) ma le sviluppa in modo decisamente più semplice ,quasi abbozzandole in un racconto lieve e gentile ma sostanzialmente privo di tutte quelle sfumature che hanno reso grande la produzione di Miyazaki.
Yonebayashi,già animatore di Ponyo sulla scogliera sceglie di continuarne il percorso con un disegno ostentatamente retrò ma assolutamente fascinoso e che non lesina in dettagli dimostrando ancora una volta che si possono fare dei bei film d'animazione senza l'ausilio invasivo della computer grafica.
La microcasa di Arrietty, i suoi miniarredamenti, i piccoli particolari sono studiatissimi per colorare un piccolo mondo altro in cui sarebbe bello rifugiarsi, così solo per vedere che effetto che fa.
Eppure è evidente l'occhio affettuoso con cui sono guardati questi piccoli esserini, abituati a vivere con gli scarti degli altri e a stupirsi ogni volta delle bellezze della natura.
Capaci quindi di quella virtù di meravigliarsi che hanno perso gli uomini molto più alti di loro. Guardare il mondo è tutta una questione di prospettiva e probabilmente quella dei prendinprestito è molto più pura di quella degli altri.
E non sarebbe male ritornare ad avere questo sguardo limpido e anche innocente verso tutto quello che ci circonda.
Arrietty appena esce dal suo rifugio ovattato si trova costantemente in una giungla, proprio come un uomo.Con l'unica, fondamentale differenza che lei comunque riesce ad essere serena.
A me piace pensare che Arrietty sia il Totoro del nuovo millennio.
Un ultima notazione sulla colonna sonora dell'arpista bretone Cecile Corbel: bellissima se analizzata senza immagini, a volte talmente dissonante da quello che si vede sullo schermo che crea un effetto straniante(folk celtico su un substrato giapponese? boh!).
Ma la sua voce vellutata e sognante è veramente una delle cose migliori del film.
convincente
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