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Arrietty

Regia di Hiromasa Yonebayashi vedi scheda film

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La recensione su Arrietty

di mc 5
10 stelle

Si resta soavemente interdetti da tanta elegante bellezza. Abbacinati da tale placido fluire di immagini che esprimono un senso di meravigliosa innocenza, quasi una terapia per i nostri occhi stanchi e per i nostri animi resi inquieti dai segnali di una umanità che pare declinare sempre al peggio. Un bagno di infantile purezza, una immersione nelle acque trasparenti e benefiche di una civiltà carica di antiche tradizioni e di nobili sentimenti. Le parole che ho appena utilizzato non appartengono ad un mio misero esercizio retorico ma mi sgorgano spontanee dal profondo dopo aver assistito all'ennesima clamorosa rappresentazione prodotta dallo studio Ghibli. E non posso che togliermi il cappello al cospetto di una tale inarrivabile commistione di Potenza e di Semplicità, che è poi elemento fondante dello stile della prestigiosa casa di produzione orientale. Delle cui opere io sono fruitore devoto, anche se in realtà non ne sono un profondo conoscitore tecnico, nel senso che quei film mi vedono estasiato spettatore ma intorno ad essi non dispongo purtroppo di quelle cognizioni "da collezionista". Questo giusto per chiarire rispetto a mie possibili inesattezze od omissioni. E' bene specificare subito che il film di cui stiamo parlando non è diretto dal "maestro" Hayao Myazachi ma bensì dal suo fidato collaboratore Hiromasa Yonebayashi. Anche se l'anziano Maestro vi ha contribuito come co-sceneggiatore e peraltro fu lo stesso Myazachi, riprendendo un'idea che albergava in lui dalla fine degli anni 60, ad affidare tale progetto al suo giovane collaboratore. Ciò che affascina fin dalle prime immagini è il ritmo lento che avvolge l'opera, quasi fosse la riproduzione visiva di una poesia. Il senso del film sta nell'invito ideale ad osservare il terreno che calpestiamo coi nostri piedi con molta più attenzione, a guardarci intorno con più calma mettendo da parte frenesia ed impulsività. E così forse potremo accorgerci di un micro-universo che coesiste col nostro quotidiano, spesso scontato e talvolta noioso. Scopriremo che esistono piccolissime creature da cui ci separa una consolidata e antica diffidenza. Noi temiamo loro, e allora le ignoriamo, oppure tendiamo a rimuoverle percependole come fattore di pericolo. Ed esse temono noi, ritenendoci (a ragione) una minaccia e allora cercano rifugio nell'invisibilità, vivendo ai margini, fuori dal nostro campo visivo, sempre pronti a dover -loro malgrado- cercare nuove dimore qualora percepiscano il pericolo dell'intervento, drasticamente risolutore, della mano dell'uomo. Nel film questi "esserini" vengono descritti in maniera geniale, sublimi anche nei più minuscoli dettagli, tipo l'utilizzo dei francobolli come quadri appesi alle pareti. Le sequenze delle uscite notturne in cerca di viveri, da parte di queste famigliole in miniatura, sono davvero impagabili, un concentrato di grazia e di avventura che emoziona ed esalta lo spettatore. Assistiamo poi alla parabola sentimentale del rapporto che nasce e si sviluppa tra la 14enne Arrietty e Sho, il debilitato ma consapevole giovane abitante della casa. Tra i due si crea un sentimento che non potremmo definire Amore, ma certo è qualcosa che va oltre l'Amicizia, raccontato secondo i criteri di una tenerezza disarmante. Chiaro poi che si tratta in ogni caso di un prodotto destinato in prevalenza agli adolescenti e nessuno può ragionevolmente pretendere meccanismi mentali sofisticati: l'importante è che questa storia "d'amicizia e sentimento" mantenga accesa la fiamma della suggestione emotiva, che anche i buoni sentimenti siano delineati secondo criteri di dignità e senso di "grazia". E sotto questo aspetto il film centra il bersaglio, diffondendo una percezione di candore, serenità e pace che fa bene al cuore. Sicchè quando si riaccendono le luci in sala, si vedono bambini e genitori accomunati da bellissimi sorrisi, e sui volti degli adulti si legge la consapevolezza di aver assistito a un film che ha regalato loro un'ora e mezza di sentimenti autentici e senza nessun sospetto di colpevole buonismo o di politicamente corretto. Un discorso a parte meriterebbe la fantasia con cui lo Studio Ghibli dipinge nei minimi dettagli lo scenario naturale in cui si muovono i personaggi, partendo da un enorme gatto sornione per poi descrivere una natura in continuo movimento, popolata di corvi e lucertole, ma soprattutto insetti, tantissimi, e descritti nelle forme e movenze più bizzarre. La governante che nel film è così ossessionata dalla presenza di creature che possano derubarla non è affatto cattiva nè malvagia: è semplicemente vittima di un Pregiudizio che fa parte della sua personalità e da cui non si libererà mai, in quanto parte delle sue "sicurezze". L'esatto opposto del giovane Sho, la cui apertura mentale genera positività nell'affrontare i problemi, unendo il buon senso alla tolleranza. E a questo punto è chiaro chi ( e cosa) rappresentano questi piccoli esserini (nel film definiti i "Prendinprestito"): essi simboleggiano gli Ultimi di ogni consorzio umano. La loro sfortunata posizione di chi è vittima del Pregiudizio li rende capri espiatori di ogni nevrosi o insicurezza degli umani. Sempre destinati ad essere perseguiti e inseguiti, e per questo sempre fatalmente in fuga. Sono concetti importanti, ma la cosa bella è che sono espressi tramite un linguaggio talmente poetico e pieno di Grazia che possono essere "raccolti" anche dai bambini, almeno nella loro essenza più semplice. E questo non ha nulla a che fare col "buonismo": si tratta solo di inculcare con leggerezza ad un pubblico di giovanissimi dei princìpi di buon senso che -si spera- non li facciano crescere razzisti e beceri egoisti. Due persone mi sento di ringraziare in queste ultime righe. Andrea Occhipinti, boss della Lucky Red, che ci ha reso possibile -distribuendoli- la visione degli ultimi film dello Studio Ghibli. E poi la bravissima musicista bretone Cécile Corbel, che con le sue arpe e le sue cetre ha impreziosito le immagini più struggenti del film. GRAZIA. DELICATEZZA. POESIA. Ed è tanto, soprattutto di questi tempi. Lunga vita a chi, come lo Studio Ghibli e la Pixar di John Lasseter, innalza il cinema d'animazione a vette altissime.
PS: Questo film ha il sapore e il profumo impagabili del mandarino che sto mangiando in questo momento.
Voto: 10

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