Regia di Nigel Cole vedi scheda film
“Made in Dagenham”, da noi intitolato con la solita dabbenaggine “We want sex”, è una commedia impegnata sostanzialmente ben fatta alla quale manca solo qualche colpo d’ala per spiccare maggiormente.
Detto ciò tratta con discreta cura temi sociali sempre attuali (non riferito alle donne, o almeno non solo, ma proprio in generale al mondo del diritto e del lavoro oggi sempre più precario e viziato da ingiustizie legalizzate), se vogliamo fornendo anche un buon esempio di volontà e forza d’animo (che oggi spesso manca), il che non guasta mai.
Dagenham 1968 Gran Bretagna, alla Ford lavorano 55000 uomini e 187 donne; quest’ultime intraprendono una battaglia per i salari troppo inferiori rispetto a quelli degli uomini pur avendo qualifiche analoghe.
A guidarle c’è la determinata Rita (Sally Hawkins) che crede fermamente in questa battaglia che porta avanti mettendo a rischio se stessa e la sua famiglia andando contro i poteri di una multinazionale noncurante delle loro richieste.
Film ordinato, simpatico e vitale che parla con semplicità ed immediatezza di una battaglia per i propri diritti che rimane sempre di moda, anzi fa anche pensare a come oggi rispetto ad una volta (le grandi battaglie di quegli anni), le persone abbiano generalmente meno forza di volontà, ed evidentemente necessità diverse, su tutti i livelli.
Bella la ricostruzione d’epoca, grazie ad una fotografia indovinata ed invitante, trascinante la Hawkins nei panni della protagonista assoluta, mentre se il film procede senza troppi tentennamenti quando il registro è più leggero, stenta un po’ di più quando si passa su di un versante più serioso.
Ed il finale, per quanto si possa tranquillamente immaginare fin da subito come andrà a finire la vicenda (e per fortuna, aggiungerei), oltre ad essere scontato non è proprio sfavillante.
Rimane comunque un film da non lasciare nel dimenticatoio, complessivamente ben fatto al quale manca solo un po’ di incisività in più (ma non mancano comunque momenti sprezzanti, come la doppia riunione col ministro Barbara Castle) per colpire maggiormente.
Carino.
VOTO : 6,5/10
Discreto, ed ordinato, lavoro, ma poteva fare qualcosina di più che però probabilmente non è nelle sue corde.
Ci mette temperamento, convinzione, sentimento, partecipazione ed una buona capacità nell'occupare la scena.
Pugnace (e molto brava).
Brava soprattutto nella fase finale (prima ha poco spazio) nella quale ha la possibilità di spiccare maggiormente.
Elegante e bella, ma il suo personaggio ha anche altro da dire e lei riesce bene a trasmetterlo (nel piccolo di un ruolo secondario).
Decisamente bella, ma relegata in disparte (ma sullo sfondo ci sta comunque benone).
Appariscente e lo fa piuttosto bene.
Sufficiente.
Sufficiente.
Soddisfacente.
Abbastanza simpatico anche se di tanto in tanto non pare proprio calzante alla situazione.
Insomma mi è parso un pò leggerino e svagato.
Un paio di toccate e fuga per lui.
Nei panni del marito di Rita, nei quali si ritaglia la sua visibilità con apparente normalità.
Nei panni di un personaggio dalla parte del potere che rappresenta in scioltezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta