Regia di Valerio Jalongo vedi scheda film
Andrebbero visti in sequenza La scuola, Come te nessuno mai e questo La scuola è finita, per capire verso quale direzione si sta progressivamente muovendo una delle più importanti agenzie di socializzazione dei giovani. Il film di Jalongo, l'ultimo in ordine di tempo di questa ideale trilogia ma anche assai vicino al francese La classe, sembra segnare il punto di non ritorno dell'istituzione scolastica. Al centro del racconto c'è Alex (il sorprendente Fulvio Forti), un ragazzo "difficile" di un istituto tecnico della periferia romana, al quale cercano di dare sostegno due insegnanti sulla via del divorzio (Golino e Amato, ancora una volta insieme dopo Respiro), dalle opposte inclinazioni: materna e comprensiva lei, eterno Peter Pan e demotivato all'insegnamento lui, che però trova nella musica rock un canale di comunicazione col ragazzo.
Lo spaccato della scuola che Jalongo - che oltre ad essere regista è anche un insegnante - offre è disarmante: l'assenza di regole tocca qualsiasi categoria, gli studenti occupano la scuola per noia, devastandola, mentre il professore di lettere consuma droghe sintetiche, finendo anche all'ospedale dopo una notte brava passata col suo alunno. Il film, al quale ha collaborato in fase di sceneggiatura proprio Daniele Luchetti, regista de La scuola, pur essendo eccessivo nel finale e in parte irrisolto, mette in scena le molte solitudini dei personaggi che lo popolano, con un ritmo pregevole e un accompagnamento musicale perfettamente consonante, opera di Francesco Sarcina. La cosa che più rimane impressa sono le suppellettili degradate della scuola, tanto materiali quanto metaforiche, che sono la spia- unitamente a scene come quella dell'irruzione delle unità cinofile nella scuola - di uno sfascio parossistico. In attesa di vedere il prossimo film sulla scuola, dopo che sarà passato lo tsunami Gelmini
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