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Il discorso del Re

Regia di Tom Hooper vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Il discorso del Re

di Enrique
8 stelle

Il discorso del re (mi) piace perché sa cogliere alla sprovvista. Ci si aspetta di partecipare del tormento dell’autorevolezza negata, dei soliti traumi infantili che ritornano sotto mentite spoglie…e in effetti è così; ma non ci si aspetta il “come” di tale coinvolgimento. Non ci si aspetta di finire per benvolere un principe/re che fa di tutto per apparire come tale: altezzoso e antipatico. Eppure, come si potrebbe negargli una stima smisurata (beh, almeno un pochino) dopo aver avuto l’onore di assistere (noi privilegiati!) alle esilaranti sfide terapeutiche lanciategli dal simpatico “Lionel” (più, forse, per farsi quattro risate in famiglia che per altro, anche se i risultati non tardano ad arrivare). Se solo i suoi sudditi avessero saputo, forse avrebbero apprezzato il loro futuro re ben prima che fossero tragici eventi a indurli a fare ciò…

A parte gli scherzi, il film vanta una messinscena sopraffina, in primis dal punto di vista dell’ illuminazione. Nessun raggio di sole ha mai trafitto la sconfinata coperta di nuvole che da sempre avvolge quelle terre, eppure ogni scena rifugge il colore freddo delle lampade e s’inebria di luce propria. Illuminazione che raggiunge il suo apice a Westminster. Tempio dell’anglicanesimo e del prestigio della monarchia più famosa al mondo, anch’esso ha modo di testimoniare sottilmente la riverenza per un re riluttante e per i servigi del suo scafato, ma affabile aiutante, con le poche pennellate dei riverberi vermigli di una luce serale che ne filtra, speranzosa, le vetrate.
E ancora nulla si è detto della prova attoriale di protagonisti e comprimari. Semplicemente, uno più in gamba dell’altro. Bravissimo C.Firth nell’interpretare Be-be-Berty  (G.Pearce, nella parte del “simpatico” fratello maggiore, ha lasciato il segno), anche se devo ammettere che è stato il suo lato da str**** irascibile a venirgli meglio. Personalmente, poi, non aspettavo altro che vedere H.Bonham Carter in un ruolo che non fosse quello suo solito di un’isterica, una strega, una pazza assassina o comunque una “svalvolata”; e lei non ha tradito le mie aspettative.

In definitiva, un ottimo film, caratterizzato anche da una regia attenta a valorizzare i momenti più semplici e apparentemente di contorno.

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