Regia di Martin Provost vedi scheda film
Annullare se stessi non è facile, forse è impossibile. Ciascuno di noi deve crearsi uno spazio in cui essere se stessi, altrimenti è la morte. Coccolati nelle nostre comode case, è davvero difficile pensare ad una vita piena di fatica e tribolazioni in cui si riesca ancora a trovare la forza interiore per sopravvirere. Séraphine sembra sopraffatta dalla durezza della vita reale, ma in realtà, usa tutto il suo talento per sfruttare ogni situazione e ricavare così per se, ma, soprattutto (solo?), per la sua arte quanto sia necessario per mantenerla in vita. Cuore e intelligenza che emergono a poco a poco nel film a svelare una Persona, autentica, molto più che una semplice governante. Vive della natura, nella natura. E' il suo rifugio, lì si sente libera. Il contatto con l'acqua, l'aria, gli alberi, sono autentici, confortano, ci danno l'idea di come sia andata persa, per i più, la capacità di rilassarsi con quanto di più semplice esista al mondo ed è lì da sempre, per tutti, libero. Non si può che ammirare e forse invidiare una tale capacità.
Ed i suoi quadri, la sua arte, nata come per magia, sembrano essere una rielaborazione metafisica della natura stessa. Quello che rappresenta va oltre il semplice linguaggio della natura. Sembrano visioni, ma visioni piene di poesia.
Di più non sono proprio in grado dire; un film intelligente e sensibile che riesce a rendere davvero speciali e realmente nobili i momenti più intimi della vita di Sèraphine.
Un film che fa crescere, che può anche cambiare le persone, serve solo... non avere fretta e sapere come Sèraphine, salire sul nostro albero e farsi cullare dalla vita che scorre attorno a noi, dimenticando, una volta tanto, di volerla 'consumare', tutta ed a tutti i costi.
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