Regia di Martin Provost vedi scheda film
Non è molto semplice realizzare una bella biografia cinematografica di un artista e in particolare di un pittore. Ancora meno lo è se si tratta di una pittrice pressoché sconosciuta d'inizio Novecento e di stile naif (o "primitivo moderno", come dice il critico). Il regista Provost ci racconta di lei e del rapporto d'amicizia con il critico d'arte tedesco che la scoprì, senza mai cadere nel didascalismo e senza precipitare nel lezioso, cosa assai facile in casi come questo.
La storia di Seraphine ricorda quella del nostro Ligabue, anche sul piano di una vena di follia che si annida nella mente dell'artista. E infatti il tono del racconto assume una piega lugubre e lascia intendere un finale piuttosto amaro, anche perché il destino delle persone comuni viene violentemente investito dai grandi eventi della storia, come, in questo caso, dalla Prima Guerra Mondiale e dalla grande crisi del '29.
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