Regia di Tom DiCillo vedi scheda film
Come raccontare la personalità camaleontica e l'enigmatica poetica del compianto leader dei mitici Doors, senza scadere in una compiacente mitizzazione o in una didascalica biografia? Il controverso film omaggio di Oliver Stone del 1991, in cui lo scomodo ruolo di interpretare l'eclettico Jim Morrison era stato affidato al pur valido Val Kilmer, aveva diviso il pubblico e deluso lo zoccolo duro dei fans poiché troppo concentrato sulla rappresentazione degli eccessi del tormentato artista che pure non si possono negare. Dal riportarceli non si astiene neppure Tom DiCillo, autore di questo recente docufilm che, ripescando tra gli archivi di interviste, concerti, backstage, interviste, riesce tuttavia ad indovinare l'approccio, mostrandosi meno morboso nei riguardi delle trasgressioni del personaggio e più interessato a sviscerarne le inquietudini e la raffinata vena poetica e musicale, non dimenticando di dare spazio anche agli altri componenti di uno dei gruppi più emblematici e prolifici degli anni '60. La narrazione è affidata nella versione originale, oltre che alle dirette parole dei protagonisti e alla loro musica, alla voce fuori scena di Johnny Depp , il quale ha peraltro una timbrica assai simile a quella di Morrison, in Italia invece viene doppiato da Morgan. Ottima la scelta del titolo, ripreso da una celebre e sempre attuale canzone (People are strange), che rappresenta efficacemente l'indole ribelle, sensibile, fragile, sfuggente di uno fra i più grandi e indimenticabili poeti maledetti del rock. Agli appassionati della musica di quegli anni e a chi vuole (ri)scoprirla.
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