Regia di Tom DiCillo vedi scheda film
Vent’anni fa, mentre Oliver Stone mostrava al mondo i Doors e Val Kilmer si infilava nei panni inquieti di Jim Morrison nella sua più bella interpretazione, Tom DiCillo vinceva a Locarno con il genialoide Johnny Suede, un surreale racconto buffo e delicato. Vent’anni dopo quelle due strade parallele si incontrano, dopo che il superindipendente regista e direttore della fotografia ha visto la sua carriera in flessione - se si esclude la parodia sulla lavorazione di un film low budget con Steve Buscemi, Si gira a Manhattan, un cult - e i Doors non hanno praticamente permesso altri viaggi nella loro Storia. Con pazienza lui ha convinto il tastierista Ray Manzarek, per poi passare a John Densmore e Robby Krieger, ancora scottati dal ciclone Oliver. Ce l’ha fatta, tanto da poter pescare dalle fatiche cinematografiche del gruppo (HWY e Feast of Friends), nei tagli di queste stesse opere e in un filmato inedito dei tempi della Ucla che ci aiuta a capire “chi erano i Doors” prima di diventarlo. Ne esce fuori un documentario straordinario, un racconto che va ben oltre la leggenda maledetta, che cerca la creazione, il genio fertile dei sei album in cinque anni e non la dietrologia più o meno gossippara. La nostalgia è una delle malattie più dolci degli appassionati d’arte: soprattutto se si parla di musica, il passato è immensamente più affascinante del presente. A volte questo atteggiamento è irritante e snob, altre no. Nel caso di questo documentario di Tom DiCillo è un comportamento pienamente giustificato. Questo biopic dei Doors è “innamorato” e rigoroso e, seppur soffra, a volte, di un montaggio elementare e didascalico, è impossibile staccare occhi e orecchie da questo film, appassionante ed esaltante. Jim Morrison e soci hanno scritto la Storia della Musica con un’ispirazione che a volte aveva qualcosa di soprannaturale, sfondavano le Porte della percezione con le note e riuscirono a ispirare persino grandi “cinematografari” come Francis Ford Coppola (vi immaginate Apocalypse Now senza The End? Qui le stesse note accompagnano i coevi di Jim & Co. che cambiarono il mondo, da Martin Luther King a Jimi Hendrix). DiCillo riesce a ricordarci che quel mito è esistito davvero e che era umanissimo. Grande cinema, grande musica.
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