Regia di Flavio Mogherini vedi scheda film
quattro vitelloni straccioni tirano a campare facendo i tombaroli di reperti etruschi. commedia agrodolce che pare un pò irrisolta dal punto di vista del lato agro, ma che la sfanga piuttosto bene grazie ad un cast azzeccato, alle solite facce prese dal popolo, alle musiche picaresche di morricone e alle partecipazioni speciali dei grandi carattersiti che impreziosiscono i film a cui partecipano. i quattro amiconi carichi di sogni di emancipazione da una vita sempre sull'orlo del baratro, temono però quel giorno in cui i loro sogni potrebbero avverarsi grazie al colpo che li vedrà arricchirsi, come l'allontanamento da un'eterna gioventù in cui si, saranno poveri e straccioni, ma saranno sempre giovani e soprattutto insieme. il fascino di una decade che pareva essere fissata in un autunno perenne, si rispecchia in un film divertente e divertito(soprattutto quando intervengono la polizia di leopoldo trieste e la finanza di luciano salce, magari con l'ausilio del "duenovembre" di vittorio caprioli), ma che si immanlinconisce un poco quando i quattro personaggi principali tornano in scena, soprattutto in alcune scene di raccordo, come le danze e gli scherzi sul litorale accompagnati da musiche, che hanno un che di funereo. bravi tutti gli attori a partire da davoli, cerusico(che anche sceneggia) ai meno conosciuti barbato e rosani. adriana asti doppiata interpreta pasquina, la ragazza che s'innamora di ninetto perchè somiglia tremendamente a battisti, ma che vanamente cercherà in tutti i modi di strapparlo da quella vita al maschile e precaria, per condurlo sulla retta via del matrimonio e soprattutto di un "certo benessere economico" che lei ci tiene a fargli sapere sarà anche suo. l'"accattoni" che ad un certo punto davoli urla dietro ai suoi compar(gni)i è un omaggio sentito e gentile alla visione cinematografica, artistica e concettuali del mentore di ninetto davoli, pierpaolo pasolini. vivere da accattoni ma liberi, senza costrizioni. e lo stesso sfogo della asti rivolto a davoli, "frocioooo", non è un insulto voluto della sceneggiatura, bensì un'idea, un'intenzione di un'amicizia talmente forte ed ostentata a cui davoli-riccetto, neanche fa caso, perchè daltronde è un'esigenza di vicinanza che i quattro amici sembrano non potere più fare a meno. il finale, altrettanto tragico, atteso, ma meno cruento, ricorda per certi versi una scena del capolavoro fulciano, "non si sevizia un paperino", in cui una certa innocenza "pagana" viene a finire per colpa di un pullman di turisti che fotografano la morte incuriositi, come si trattasse di un animale esotico mai visto prima. film interessante e particolare.
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