Regia di Jim O'Connolly vedi scheda film
Privo di ritmo, senza suspense, quello che dovrebbe essere un giallo (men che meno un thriller) si riduce ad un lento dramma reso curioso dalla presenza di una stella cadente (la Crawford) che a 60 anni suonati mostra ancora (belle) gambe ....
Un "occasionale" incidente mortale, vittima un trapezista, è motivo di inatteso incremento di pubblico, che si reca -con certa morbosa aspettativa- a vedere più spesso i pericolosi spettacoli di un circo. La titolare Monica Rivers (Joan Crawford) non appare affatto sconvolta quando si ripete un ulteriore incidente, motivo di un inevitabile aumento di incasso...
Jim O'Connolly, qui in ruolo di regista, ha avuto maggior spazio nel cinema come produttore, anche se almeno in un caso (Perchè il dio fenicio continua ad uccidere?) ha diretto un film che -nel bene o nel male- non è stato completamente dimenticato. Qui, complice una brutta storia ispirata da un romanzo di Aben Kendal ed Herman Cohen (quest'ultimo anche produttore), tenta di portare sullo schermo una vicenda gialla, forse affascinato da qualche pellicola precedente caratterizzata dalla stessa ambientazione (Il circo degli orrori, 1960).
Dopo averla notata nel bruttarello 5 corpi senza testa e nel più riuscito Gli occhi degli altri, qualcuno (il produttore? Il regista?) vede nell'ormai stella cadente Joan Crawford l'ideale protagonista principale di un blando thriller, che andrà a far parte delle più inguardabili pellicole inglesi interpretare dall'attrice a fine carriera. Questo Cerchio di sangue, assieme al successivo (davvero inguardabile) Il terrore di Londra, è il classico esempio di film irrisolto. Magari anche ben fatto (si pensi, ad esempio, all'efficace fotografia) ma soporifero, sfiancante, talvolta perfino indisponente, esattamente come può esserlo passare una serata in un circo di terz'ordine. Nessun effetto splatter o gore (in un periodo in cui il genere era esploso), il thriller completamente assente, l'erotismo limitato alla esposizione delle gambe della Crawford che, per quanto bella da giovane, qui è pur sempre over sessanta. Dovrebbe, nelle (mancate) intenzioni degli autori, costituire interesse il disvelamento finale dell'identità del killer, già (come si suol dire) telefonato -a circa metà tempo- allo spettatore che abbia un minimo di dimestichezza con il giallo. In conclusione si tratta di un dramma girato senza ritmo, ben poco spettacolare, con brutti dialoghi e una insignificante colonna sonora, pertanto altamente noioso, già all'epoca della realizzazione (1967)...
Il Dvd Sinister, pur offrendo un'ottima qualità dell'immagine (1.85:1) propone il film con una traccia audio italiana "ovattata", alla quale è preferibile l'originale inglese. Extra limitati ad una galleria fotografica. Tempo di esecuzione: 1h32m22s.
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