Regia di David O. Russell vedi scheda film
Il pugile bostoniano Micky Ward ha una famiglia irlandese piuttosto incasinata: una madre manager dalla fortissima personalità che smarrisce il figlio nel pantano di match sbagliati ed improduttivi, un padre succube della consorte virago, un fratello (in realtà fratellastro) ex-pugile, tossicodipendente ed egocentrico che ha sfiorato l'occasione della propria vita perdendo un incontro con il grande Sugar Ray Leonard e che allena Micky con suggerimenti non sempre azzeccati e infine ben sei chiassosissime sorelle. La bella cameriera Charlene, con la quale Micky avvia una relazione, servirà da stimolo al pugile per svincolarsi dal controllo familiare e per rimettere in carreggiata la propria carriera fino ad un insperato incontro per il titolo mondiale che vedrà anche la riconciliazione dell'atleta con la propria famiglia. La storia (vera) del pugile Micky Ward per un piacevole "film di boxe" che recupera l'eterno (e invero un po' abusato) archetipo americano (Rocky docet) del working class hero che riscatta un passato da perdente grazie al duro lavoro e al sacrificio. La pellicola di David O. Russell non racconta nulla di particolarmente originale, ma lo fa con garbo e misura, senza eccedere nella spettacolarizzazione, senza calcare la mano col dramma, senza esagerare con la retorica e stemperando sovente la tensione con simpatiche spruzzate di umorismo un po' grottesco (soprattutto grazie alla famiglia disfunzionale di Micky). Bizzarro, comunque, che il film si fermi proprio un attimo prima degli epici tre match di Ward con l'italocanadese Arturo Gatti, una sfida infinita divenuta famosa tra gli appassionati per il grande fervore con il quale i due si riempirono di cazzotti (per la cronaca alla fine Gatti prevalse per 2 vittorie a 1), finendo poi per diventare grandi amici. Ottimo il cast anche se, come giustamente rileva FilmTv, appare abbastanza incongruente l'età dei protagonisti (che in ogni caso se la cavano egregiamente, Christian Bale ci ha anche vinto un Oscar) con quella dei personaggi reali (Bale, nato nel 1974, che interpreta il fratello maggiore, di ben otto anni, di Wahlberg, nato in realtà nel 1971!). Elegante ma forse un po' anonima la direzione di David O. Russell, classica grande promessa con un futuro brillante... dietro le spalle (ormai ha quasi 54 anni e "grandi film" non ne ha mai diretti). Tre stelle e mezza, se fosse possibile... arrotondiamo a quattro.
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