Iraq, anni Ottanta, in pieno regime Saddam Hussein: Najla (Morjana Alaoui) è una dottoressa costretta a scegliere tra i suoi sogni e il rispetto delle tradizioni cui è legata la sua famiglia. Dall'Italia, dove ha studiato, Najla decide di tornare a Kirkuk alla ricerca del fidanzato coinvolto nella resistenza. L'amore, il tradimento e il destino dei due uomini intenzionati a sposarla, Sherko (Ertem Eser) e Mokhtar (Mohamed Zouaoui), s'intrecciano nel racconto della sua vita, sullo sfondo di uno dei capitoli più brutali e inesplorati della storia dell'Iraq.
Note
non viene mai messa in dubbio la buona fede del cineasta, che ha il merito di mischiare ingredienti propri della cultura europea (principio dell’autodeterminazione) con altri più prettamente mediorientali (una certa poeticità e la concezione drammatica dell’amore). E, in questo senso, è lo stesso titolo a darcene conferma.
Il regista ci cala in un Iraq che cominciava a vivere la feroce dittatura di Saddam Hussein, attraverso una storia d'amore che attraversa tutte le atrocità della repressione del regime contro i curdi, e che non si risolve con la fine del film!
Un film che poteva essere "costruito" risulta invece un'avvincente storia virata al femminile con uno sfondo atroce in piena era Saddam Houssein:Veramente bello e da vedere assolutamente.
Mi sono avvicinato a questo film con molta circospezione: mi insospettiva il fatto che l'Italia apparisse come produttore, insieme all'Iraq. Per poi scomparire nel nulla, il regista e gli attori sono tutti arabi, e soltanto in un breve dialogo viene nominata Roma, sede di studio di una degli interpreti.
Inoltre, per essere un film prodotto recentemente, la regia e la sceneggiatura sembrano… leggi tutto
Prendendo le distanza dall'argomento che è cruciale e scottante, e guardando il film diciamo che non lo si può salvare in maniera evidente, troppi sono i difetti e le riprese di storia elementari, da far rimanere a bocca aperta, senza poi parlare degli attori e della direzione di questi stessi che è davvero imbarazzante, tenendo anche conto dei diversi concetti di… leggi tutto
Se vogliamo rendere omaggio ad un film che riporta l’attenzione su un problema ultradecennale, come quello del dimenticato massacro dei curdi, popolo schiacciato tra Iraq, Iran e Turchia da decenni, bene, tutto serve purchè se ne parli.
Esistono però ben altre fonti d’informazione, molto accurate e aggiornate, cercare per credere.
Se qui vogliamo pensare solo al… leggi tutto
Mi sono avvicinato a questo film con molta circospezione: mi insospettiva il fatto che l'Italia apparisse come produttore, insieme all'Iraq. Per poi scomparire nel nulla, il regista e gli attori sono tutti arabi, e soltanto in un breve dialogo viene nominata Roma, sede di studio di una degli interpreti.
Inoltre, per essere un film prodotto recentemente, la regia e la sceneggiatura sembrano…
Film che ha certamente una Sua valenza Culturale-Sociale che tutt'ora incombe in quelle Terre ma oltre a questo e a problemi Bellici vari di quelle zone e la bravura degli Attori (merita una citazione a parte la Protagonista tale Morjana Alaoui ...) la Pellicola in se' altro non offre e le parti Sentimentali e/o Drammatiche sembrano immesse in un calderone gia' troppo fumoso e burrascoso per…
Il troppo storpia. E ne I fiori di Kirkuk c'è troppo di tutto. Troppo amore,talmente eccessivo che al confronto Beautiful diventa neorealismo poetico.Invece di strapparti il cuore dal petto questo amore disperato degno di una soap sabbiosa al massimo ti strappa uno sguardo di sbieco. Troppo triangolo sentimentale: il bel dottorino curdo che dopo vessazioni di ogni tipo riporta solo un graffio…
Accadono eventi stravaganti in una vita: innamoramenti, lotterie, terremoti, rime inspiegabilmente perfette. Qualche giorno fa mi è giunto un invito: vuole venire a Bagdad? Si dà il convegno dei poeti…
Prendendo le distanza dall'argomento che è cruciale e scottante, e guardando il film diciamo che non lo si può salvare in maniera evidente, troppi sono i difetti e le riprese di storia elementari, da far rimanere a bocca aperta, senza poi parlare degli attori e della direzione di questi stessi che è davvero imbarazzante, tenendo anche conto dei diversi concetti di…
I fiori sono quelli che colorano la terra dei dissidenti curdi che hanno perso la vita per combattere il regime di Saddam. La storia è una storia d’amore per un uomo che si traduce con l’amore per la propria terra dilaniata. Una presa di coscienza feroce che trasforma la vicenda personale con l’evoluzione del proprio paese. Un intreccio, magari ingenuo, di…
Se vogliamo rendere omaggio ad un film che riporta l’attenzione su un problema ultradecennale, come quello del dimenticato massacro dei curdi, popolo schiacciato tra Iraq, Iran e Turchia da decenni, bene, tutto serve purchè se ne parli.
Esistono però ben altre fonti d’informazione, molto accurate e aggiornate, cercare per credere.
Se qui vogliamo pensare solo al…
Potrebbe sembrare un’eroina francese, tanti sono gli stereotipi che demolisce. In realtà, Najla è una donna irachena, indipendente ed emancipata. Ama (corrisposta) Sherko, che è curdo, ed è a sua volta amata da Mokhtar, arabo come lei. Ma per tutti e tre il sentimento si rivelerà impossibile, quando non addirittura fatale: siamo infatti nell’Iraq degli anni 80 e Saddam Hussein ha appena…
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Commenti (2) vedi tutti
Il regista ci cala in un Iraq che cominciava a vivere la feroce dittatura di Saddam Hussein, attraverso una storia d'amore che attraversa tutte le atrocità della repressione del regime contro i curdi, e che non si risolve con la fine del film!
commento di slim spaccabeccoUn film che poteva essere "costruito" risulta invece un'avvincente storia virata al femminile con uno sfondo atroce in piena era Saddam Houssein:Veramente bello e da vedere assolutamente.
commento di ezio