Upin, fotoreporter indiano, immortala in uno scatto innocente il seno nudo di Gangor che allatta il figlio. Per la donna, quella foto si rivela un disastro, che la marchia inesorabilmente. Nello scandalo che ne deriva Gangor resta sola, indifesa contro le violenze perpetrate dagli uomini del villaggio.
Note
È un genere preciso, consapevole, difficile, quello che Spinelli rincorre e cerca di dispiegare al meglio delle possibilità (alludendo persino a Professione: Reporter di Antonioni). In quanto genere, anche codificato: videointerviste in stile inchiesta, sottotitoli per i dialetti, macchina a mano, senza mai rinunciare alla cura della fotografia e del montaggio Ma anche della narrazione: un percorso circolare, semplice, dimostrativo, che sottintende teorie semiotiche per scatenare il cortocircuito tra punto di vista borghese e realtà sottoproletaria rurale, e il paradosso tra visibilità e verità.
Il film di per se non e' male,per esempio lo sfondo (un po' sfruttato) dell'india e' sempre interessante.Dove cede un po' e' la storia sulla condizioni della donna che rimane un po' pasticciata,poco drammatica e stereotipata.Il finale ,un po' monco termina su un processo per stupro sulla protagonista che non si sa come va a finire.Sufficiente. leggi tutto
In concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2010, un film nato dall’incontro tra il regista (anche teatrale) e documentarista Italo Spinelli – innamorato dell’India, nonché direttore del Festival Asiatica Film Mediale di Roma – e la scrittrice Mahasweta Devi (1926), attivista a favore dei gruppi tribali (che in India corrispondono a circa 90 milioni di persone). In… leggi tutto
“Attento quando fai piangere una donna, poiché Dio conta le sue lacrime.
La donna fu creata da una costola dell’uomo, non dai piedi per essere calciata, neanche dalla testa per essere superiore, ma di lato per…
Il film di per se non e' male,per esempio lo sfondo (un po' sfruttato) dell'india e' sempre interessante.Dove cede un po' e' la storia sulla condizioni della donna che rimane un po' pasticciata,poco drammatica e stereotipata.Il finale ,un po' monco termina su un processo per stupro sulla protagonista che non si sa come va a finire.Sufficiente.
In concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2010, un film nato dall’incontro tra il regista (anche teatrale) e documentarista Italo Spinelli – innamorato dell’India, nonché direttore del Festival Asiatica Film Mediale di Roma – e la scrittrice Mahasweta Devi (1926), attivista a favore dei gruppi tribali (che in India corrispondono a circa 90 milioni di persone). In…
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