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Kill Me Please

Regia di Olias Barco vedi scheda film

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La recensione su Kill Me Please

di barabbovich
6 stelle

Nella clinica del dott. Kruger (Recoing) i pazienti vanno per ottenere una morte dolce. Soltanto uno di loro riuscirà a seguire il programma. Gli altri, con l'eccezione di una ex soprano con la voce da uomo, andranno tutti incontro a una morte violenta.
Commedia nera sul tema dell'eutanasia - argomento lambito occasionalmente dal cinema ma con maggiore frequenza negli ultimi anni: basti pensare a film come Di chi è la mia vita? (1981) Un medico, un uomo (1991), Le invasioni barbariche (2003), Mare dentro (2004) e Million dollar baby (2005) - premiata al Festival del Cinema di Roma con il massimo alloro, tanto furba quanto ambigua. Ambigua perché è uno di quei film che all'uscita dalla sala ti obbliga alla discussione, proprio alla maniera di un altro film che vinse a Roma, Juno. In quel caso la domanda era: ma è un film pro o contro l'aborto? In questo, analogamente, ci si chiede se il regista sia a favore o contro l'eutanasia. Sarà che il festival si svolge nel centro della cristianità e che i romani subiscono indefessamente il lavaggio del cervello da un paio di millenni circa, ma film che al massimo possono essere definiti "carini" piacciono tanto al pubblico capitolino. E poi è un film furbo, perché sotto le mentite spoglie del registro grottesco sul modello de La grande abbuffata, dove qualsiasi parossismo è lecito, veicola un messaggio preciso: vuoi la morte? L'avrai, ma sarà tutt'altro che dolce. Se sul piano dei contenuti il film richiama l'attenzione sul ritardo decennale (per ora…) col quale si è aperto il dibattito sull'eutanasia e sul testamento biologico anche in Italia, rispetto a civiltà che possono dirsi veramente tali, sul piano della forma va dato atto al quarantenne cineasta franco-belga di avere indovinato la carta del bianco e nero, che la direzione degli attori è impeccabile e che qualche trovata è piuttosto originale con irriverenti spunti splatter. Il tutto a bordo di un copione che per una buona mezz'ora trasforma lo spettatore in una macchina da sbadigli.  

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