Regia di Susanne Bier vedi scheda film
Film potente, crudo, duretto assai. Il titolo originale, Vendetta, una volta tanto è inferiore a quello internazionale (no, non l’ha trovato il titolista italiano, che è un minus habens). In un mondo migliore, infatti, i padri sono meglio di quelli del film, i mariti sono meglio di quelli del film, i figli sono meglio di quelli del film. In un mondo migliore, i bulletti, i violenti, gli assassini, non vengono messi a tacere con la violenza. Ma si sa, la realtà è spesso diversa. Nel nostro mondo, o meglio, nel mondo danese che emerge nel film, tra coniugi, e tra padri e figli, regna l’incomunicabilità. E gli effetti di alcune azioni sono deflagranti. E il bulletto della scuola viene messo in riga solo se chi subisce lo massacra di botte. E l’assassino, che ammazza per noia e divertimento, infine viene consegnato alla folla inferocita, che resta l’unico rimedio, in una nazione africana senza giustizia. L’amarezza della sconfitta della ragione e del buonsenso vengono mitigati con un finale speranzoso.
Film molto bello, va detto, alla fine sono incerto se 8 o 9. Gli attori sono superbi, anche se sconosciuti al grande pubblico; regia di classe e storie che sono pugni nello stomaco.
Critica molto discorde e divisa, pubblico approvante ma non delirante, il film ha poi avuto modo di avere il suo trionfo, vincendo l’Oscar come migliore film (straniero). Parliamo di puro film d’essai: incassi e costi minimali.
Ottimo lavoro
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