Regia di Susanne Bier vedi scheda film
Di nuovo abile ed efficace nell’inscenare le tensioni familiari, le conflittualità dei rapporti tra i suoi componenti, e ancora una volta brava nel trovare (sempre in coppia col suo conterraneo regista e sceneggiatore Paul Thomas Anderson) le vie che portano alla drammatizzazione estrema di questi confilitti, Susanne Bier si lascia però andare questa volta eccessivamente ai toni tipicamente mèlo dai quali era riuscita a tenersi lontano nei suoi precedenti film (“Non desiderare la donna d’altri”, “Dopo il matrimonio”) ricorrendo ad una prolissità sostanzialmente solo estetica (le panoramiche africane, i larghi sulle sponde del mare…) e poco utile all’atmosfera dell’opera. Comunque un buon film (ancora una volta la produzione Zentropa e la cinematografia -made-in-Denmark in genere da’ a tutti una bella lezione) con un cast di altissimo livello nel quale non può non sorprendere il piccolo William Jøhnk Nielsen nel ruolo di Christian, il “cattivo” della coppia di bambini, peraltro somigliantissimo a Ulrich Thomsen, l’attore che gli fa da padre e che col duo Anderson/Bier riesce a dare sempre il meglio di sé.
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