Regia di Eric Barbier vedi scheda film
Pur se con qualche forzatura in alcune situazioni e personaggi a volte spinti oltre le proprie possibilità, il film è stata una sorpresa positiva. Basato su un ottimo romanzo dello scrittore britannico Ted Lewis, Plender, noto soprattutto per la serie dei romanzi sul killer Jack Carter - già visto sul grande schermo con Jack's Return Home in ben tre versioni, la più rimarchevole delle quali è Carter (Get Carter) con Michael Caine.
La trama racconta di una banda spietata capeggiata da Joseph Plender che ricatta persone ricche e famose; costui ha per prossimo obiettivo Vincent Mandel, un agiato fotografo di modelle sposato con Hélène, appartenente ad una ricchissima famiglia e suo vecchio compagno di scuola. Con cinismo e freddezza gli costruisce intorno delle false prove di un omicidio di una delle sue modelle mai commesso e lo ricatta. E perché prenda di mira proprio un compagno di classe lo si capirà a metà racconto: una vendetta. Dalla situazione intricata e senza apparenti sbocchi d’uscita il protagonista, interpretato da un buon Yvan Attal, riesce a venirne fuori con il coraggio della disperazione e mettendosi a combattere il malavitoso e falso amico sul suo stesso piano, accettando i rischi di un confronto diretto, pur di dimostrare la propria innocenza.
Il film ha un buon filo narrativo ed il ritmo cresce col passare dei minuti fino ad un finale sempre più incalzante. Il cast non è eccelso e a tratti pare di guardare una fiction televisiva, ma la figura più importante sulle spalle dell’attore più noto, Yvan Attal, regge la scena degnamente e la regia di Éric Barbier lo accompagna in maniera egregia. Il risultato è meritevole di una sufficienza piena, perché il film si fa guardare con interesse.
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