Regia di John Wells vedi scheda film
Pur non ponendo l'accento sulle cause che hanno generato la tristemente celebre crisi del 2008 (che nel film ci viene subito annunciata da un cronista), il film cerca di esplorare la tragedia di alcuni uomini della "megaditta" GTX, una compagnia da 70.000 dipendenti con un business specializzato nei trasporti che vede ridursi drasticamente la propria forza finanziaria, al punto da fondere o chiudere interi settori. In modo discretamente originale il regista non prende in analisi i piccoli impiegati, tantomeno gli operai (che nemmeno si vedono in tutto il film) quanto le figure dei top manager, a partire dal protagonista Bob Walker (un convincente Ben Affleck), giovane, aggressivo, con una bella famiglia, una villa, una Porsche ed un'iscrizione al club del golf. Bob è il primo tra i protagonisti a vedersi licenziato: sebbene in odore di promozione e con un salario da 120.000 USD l'azienda gli offre solo 3 mesi di stipendio ed un programma di ricollocamento. Chiaramente per Bob è un trauma, non accetta un tenore di vita sostanzialmente diverso da quello precedente, non accetta di dire ai parenti della sua situazione, salvo poi dover affrontare la realtà ed accettare il posto di carpentiere presso la piccola impresa del cognato (il "proletario" Kevin Costner). A fare le spese della ristrutturazione aziendali saranno anche l'attempato Phil Woodward, un importante manager che viene dal cantiere e che, forse più di tutti, si trova in difficoltà finanziarie con le figlie al college, rate di mutuo da pagare ed una moglie che non vuole accettare la realtà (lo costringe ad uscire di casa con la valigetta per non far sapere ai vicini del suo licenziamento), che arriverà ad un epilogo tragico, ed infine Gene Mcclary (un Tommy Lee Jones molto sotto le righe), paternalistico ed un po' idealista n. 2 dell'azienda, che cercherà fino all'ultimo di salvare i suoi sottoposti, salvo poi vedersi licenziato a sua volta. Sarà Gene, che investirà una buona parte dei profitti dovuti all'incremento del valore azionario della compagnia, per fondare una piccola azienda, proprio con le persone licenziate dalla GTX.
Pur non brillando di originalità nell'evoluzione dei personaggi (Bob riscopre i valori dell'umiltà e della famiglia grazie ad un lavoro manuale che aveva sempre disprezzato e che arriva quasi a preferire al mondo di "squali" delle grandi aziende; Phil che, tragicamente, decide di suicidarsi piuttosto che assistere al totale declino della sua condizione economica; Gene, che ottimisticamente sfodera i vecchi valori americani (emblematica la passeggiata al cantiere navale abbandonato, dove ricorda quando venivano impiegati migliaia di operai che poi hanno fatto il tessuto degli Stati Uniti)) il film è comunque un'appassionato viaggio nella high class americana, della quale emergono moltissime contraddizioni. Prima fra tutte la propensione al risparmio: nel contesto italiano appare persino difficile credere che un manager di alto livello non abbia di che sostenersi nel breve periodo, ebbene in questo film emerge quanto la logica dell'indebitamento abbia logorato questa classe (Bob ha da pagare le rate della Porsche nonchè del mutuo, Phil ha una figlia che frequenta la Brown University con rette da decine di migliaia di dollari l'anno). In parallelo viene mostrata la follia del business delle grandi imprese: non importa più proporre un prodotto innovativo (Gene suggerisce all'amministratore delegato di innovare, riattrezzare i cantieri) ma al contrario l'unico driver delle scelte è l'incremento del valore azionario, che può essere raggiunto anche snaturando l'assetto della compagnia. Toccante anche la scena in cui i top manager vanno ad osservare il nuovo palazzo con gli uffici per la direzione: un progetto magniloquente, fatto di marmi, vetrate, uffici con palestra e doccia incorporata. Tutto questo mentre la stessa azienda sta facendo pesanti tagli di personale.
Nel complesso un film senza grosse pretese ma che tocca una pagina attuale del mondo del lavoro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta