Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Sarò sincero; la personalità del videoclip iniziale non mi è dispiaciuta troppo (è un mix di frames saturi di tinte scurissime ed angoscianti che danno consistenza ad una hit che fu della Lennox - declassata però, quest’ultima, a covo di psicopatici ed aguzzini - che colpisce dritto al cuore), ma chi mi spiega il senso di tutti gli altri (videoclips)? Perché fagocitare interamente la ricca (ma anche un po’ stordente a ben vedere) soundtrack (che, da quanto mi pare di aver capito capito, rappresenta la vera protagonista del film)?
Non dai - mi si replicherà - siamo seri!
Va bene. Allora che dire della storia di una “babybambola” in minigonna e autoreggenti (tobanis) che - “ricoverata” all’inferno (ma poco incline a farsi sballottolare da un pa/orco dell’orrore all’altro) - prima del fatidico incontro con la morte cerebrale accetta l’aiuto di un misterioso figuro (quasi quasi il fratello buono di Freddy Krueger) onde cercare la libertà per sé e per le altre sue simili (in quanto anch’esse partorite da una mente “manga-addicted”) con le quali escogita un piano.
Salvo poi scoprire che quel piano, dopo tante videoludiche piroette (letteralmente) senza senso, sei TU.
Ecco cosa dire. Se si sceglie di declinarla su 3 livelli, occorre, parimenti, triplicare il prezzo della sospensione dell’incredulità; ovvero un sano entertainment “al cubo”. Eppur tuttavia (posto che qui di sano c’è davvero poco):
- colpisce il primo livello perché ancora tutto da definire è l’equilibrio fra scrittura, soundtrack ed arte visuale;
- stranisce il secondo livello per la piega very fetish (o semi-softcore) che esso prende, sì da depennare bruscamente qualsivoglia (evanescente ed artefatta) pretesa di drammaticità;
- ma è il terzo livello che fa traboccare la goccia dal vaso: nient’altro che un patetico videogioco passivo (davidestanzione) che, crogiolandosi in un’effettistica dissennata e sterilissima, di certo non può risolvere le contraddizioni dei due precedenti livelli (dei quali questo rappresenta una mera evoluzione scenografica: da steampunk a cyberpunk).
A discolpa del film, devo ammettere che non sapevo bene cosa aspettarmi dal medesimo, nel senso che non avevo (volontariamente) approfondito la sinossi perché volevo lasciarmi stupire.
Ebbene: “stup-ore” (alias “stupendo orrore”) garantito… ma forse ho fatto male a non approfondire ex ante.
Avrei risparmiato quasi 2 ore di tempo.
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