Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Il mondo di Zack Snyder nasce stanco. Sucker Punch è una fantasmagoria steampunk che aggiorna il romanzo di formazione delle piccole donne di Louisa May Alcott. Alla morte della madre, Babydoll (!) deve prendere il destino nelle sue mani e diventare la protagonista della propria storia, ma il bignami metalinguistico chiede se sia davvero sua la storia che si svolge (?) sullo schermo. Novella Salomé dalla danza inebriante chiusa in un manicomio memore dell’Arkham Asylum di Grant Morrison zeppo di ragazze interrotte, Babydoll guida in battaglia delle Runaways trasportate da elicotteri marcati Cherry Bomb, combatte zombi nazisti, draghi tolkeniani e modelli “ultroniani” del T-1000. Zack Snyder, come un Baz Luhrmann dell’action movie digitale, sogna l’opera d’arte totale, ma la concepisce come la mera somma di un migliaio di elementi contrastanti elevata all’ennesima potenza. Come uno Sky Captain and the World of Tomorrow fuori tempo massimo, Sucker Punch dimostra che il rapporto fra Snyder e il cinema è lo stesso che corre fra Iggy Pop & The Stooges e gli Skunk Anansie che rifanno Search and Destroy. L’interesse maggiore del film risiede quindi proprio nella cosmesi dei codici che trasforma serie Z giapponesi come Chanbara Beauty (o classici di Hong Kong come Heroic Trio) in un happening emo vagamente fetish che sogna il cinema che fu.
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