Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Non è cosa comune inanellare due fiaschi di un certo peso in una sola stagione cinematografica:Zack Snyder,dopo il grosso risultato commerciale di "300",ha portato sullo schermo un progetto sfuggito a nomi carismatici quali Terry Gilliam e Ridley Scott,come "Watchmen",senza soddisfare particolarmente nessuno,e in quest'anno ha realizzato "Il regno di Ga'Hoole",cartoon con protagonisti dei gufi guerrieri,e questa suo sogno nel cassetto,"Sucker Punch".Entrambe queste pellicole sono costate molto ed hanno incassato poca cosa,e pare a questo punto curioso che una pellicola ad alto budget come il prossimo "reboot" di "Superman" rimanga assegnato al regista. Il quale ha dei numeri a livello visivo,sia beninteso,e lavora bene sul digitale,molto più di altri colleghi:però,oltre a rimanere sedotto oltre modo dall'inebriatura di stilizzazione delle immagini,e dell'espandersi degli effetti speciali,la sua visione cinematografica è intrisa di una violenza spesso nichilista,quando non gratuita,che non gli fa guadagnare simpatia.E quelli che dovrebbero,nella sua logica,figurare come gli eroi della storia,non disdegnano mai di farsi giustizia,o imporsi comunque,colpendo per primi:esemplare,in questo senso,la scena in cui la protagonista e le sue compagne d'avventura trovano un piccolo drago disteso su delle ossa,e lo sgozzano senza pietà nè indugi di alcun tipo. "Sucker Punch" è un perpetuarsi onirico di una mente in trappola,che fugge come può da una realtà orrenda,che cinematograficamente deve troppo ad altri grandi successi,come per esempio "Il signore degli anelli",da cui sradica di netto certe scene più o meno rifatte. Lo spettacolo c'è,ma è talmente esponenziale che stanca,sia l'occhio che la mente dello spettatore,e la cupezza di fondo del racconto aiuta poco:per diventare il film di culto che forse voleva essere,a "Sucker Punch" manca quell'allacciarsi ad una tradizione fantastica che non significhi appunto calco vero e proprio,ma una cifra personale che magari uno Spielberg o un Dante non avrebbero fatto troppa fatica ad imprimere.
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