Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Un argomento ascetico rappresentato nella maniera migliore, nel senso che è stato attualizzato in una maniera non originale, ma decisamente incisiva e che riesce con delicatezza a trattare un tema mitico e trasmetterlo nella realtà attraverso un escamotage interessante e coinvolgente. La storia di Milarepa appartiene al mito e attraverso questo e la vita reale ci si avvicina a valori diversi e dettati con una semplicità che mai rovina il senso del racconto. Ecco, la semplicità del racconto è la chiave di volta della riuscita di questo film, che riesce ad appassionarci in maniera serena ed anche a coinvolgerci in un mondo che non conosciamo se non per sentito dire e magari anche male, senza mai essere predicatorio, ma solo informativo e senza idee di abbordaggio religioso di bassa lega, come quasi sempre succede. Uno sguardo informativo ed incantato attraverso una storia contemporanea, che con un alibi narrativo ci introduce nell’argomento. Idea geniale quella di aver mischiato attori occidentali con persone del posto, che dà il vero senso al racconto cinematografico, oltre che avere scelto un cast particolare come il protagonista che ha un volto che accompagna benissimo il suo personaggio, e come glia altri attori che provengono dallo Stabile di Aquila, come la bravissima Marisa Fabbri, che essendo una grande attrice di teatro, ha saputi abbandonare i suoi toni idealmente teatrali, per immergersi in un contesto diverso, Marcella Michelangeli un volto bellissimo non sfruttato a dovere nel cinema o se fatto, fatto molto male e il grande Paolo Bonacelli , molto più giovane, che ci porta nel mondo del buddismo in maniera naturale e intellettualmente giusta. Quindi la Cavani si affida ad una buona sceneggiatura curata da lei stessa con Italo Moscati (come mai Moscati in tv non ha fatto delle cose interessanti come nel cinema ha dimostrato di fare??) e con un’ottima direzione di fotografia firmata dal grande Nannuzzi che ha sfruttato al meglio l’ambientazione abruzzese, tenendo conto dei suggerimenti di Fosco Maraini, grande esperto di materia, padre di Dacia.
una storia che collima, quasi, magicamente con il nostro mondo contemporaneo, tenendo conto che nel film girato siamo nel 1974
una regia pura dai contenuti forti e che riesconoa prenderci ancora oggi
un bel volto efficace
sappiamo tutti che un ottimo attore e qui lo dimostra molto bene
una grande nel teatro e qui dimostra di essere un grande attrice di cinema trascurata
un volto che il nostro cinam ha spesso malamente impiegato
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