Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Milarepa, dispiace scriverlo ma l'opera zen della regista Liliana Cavani si colloca di diritto, almeno in parte, nella categoria da me ideata dall'imperante nome altisonante "nerdconvenzionale". E questo perchè il film in sostanza comunica a lo spettatore il tutto e il niente, così prende il sopravvento un astrattismo sintetico dalle limpide tonalità spirituali buddiste che mi ha fatto sonnecchiare. Abbinato alla percezione del tempo dilatato che ho riscontrato nella visione. Milarepa è un film liberamente ispirato al libro "Tibet's Great Yogi Milarepa" sulle memorie dell'omonimo poeta tibetano. Francamente non so se sia stata un trovata giusta.. ma gli attori non disdegnano una recitazione "canina" e il film è fiacco. La storia narra le tristi parabole del giovane Leo, studioso tibetologo italiano dal passato alquanto soprannaturale, forse lui stesso rappresenta la reincarnazione di un uomo vissuto molto tempo fa nelle montagne del Tibet. Leo racconta al professore, che lo ha sempre incoraggiato ad intraprendere il grande viaggio.. tutta la tragica vita passata del tibetano Milarepa il protagonista del libro che ha tradotto, e lo fa quando l'uomo è in procinto di morte causata da un incidente stradale che coinvolge lo stesso Leo..
Milarepa, rimasto orfano del padre quando era ancora piccolo e spodestato dell'eredità cerca vendetta. Saranno gli zii a prendersi cura delle terre e delle proprietà del padre finché il giovane (Lajos Balàzsovits) non diverrà maggiorenne. Ma quando la madre organizza un banchetto per reclamare le volontà del testamento e riappropriarsi delle terre che spettano al figlio ormai diventato adulto, gli zii si rifiutano con disprezzo. Milarepa successivamente intraprende un viaggio vendicativo per apprendere i sacri riti magici per gettare il malocchio sugli avidi zii. La magia nera farà effetto e i parenti muoriranno tutti.. Ora tutti i possedimenti sono stati liberati e il protagonista può far ritorno a casa, ma prima deve proseguire verso un'altra strada purificatrice fatta di sofferenze ed illuminazione spirituale.. A questo proposito mi vien da esclamare un grosso e interrogativo mah!, a parte le belle ambientazioni montanare abruzzesi il film non serba alcunchè d'interessante. Mostrando un andamento ostico e un significato cruciale liberamente interpretabile o troppo ermetico. Tutti concetti che mastico mal volentieri.
3/10
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