Regia di Tony Scott vedi scheda film
Dopo Pelham 1 2 3, Tony Scott ritorna a occuparsi di treni ritrovando Denzel Washington, suo attore feticcio. Ispirandosi a un vero caso di runaway train accaduto in Pennsylvania, Scott, pur non rinunciando ai suoi manierismi visivi, firma un irresistibile film d’azione con venature catastrofiche degno dei titoli più spettacolari degli anni 70 (si pensa infatti a Rollercoaster. Il grande brivido di James Goldstone). Dotato di una notevolissima ambientazione operaia, esaltata dalla fotografia di Ben Seresin che lavora sui metalli dei vagoni, dei binari e degli impianti industriali calati nel verde dei boschi della Pennsylvania, Unstoppable, pur invitando a confronti con titoli ben più blasonati funziona ottimamente, ben al di là del minimo garantito che ci si aspetta da Scott. Certo tutto è già visto. Eppure scagli la prima pietra chi non sussulta, quando il treno prende la curva a tutta velocità. Simbolo del cinema estetizzante degli anni 80, Tony Scott rischia perversamente di assurgere al rango di classico suo malgrado. E ciò che una volta sembrava cinema da contrastare, oggi, nella sua plateale (e indifendibile?) inattualità, assume invece i contorni di una paradossale e testarda politca autoriale.
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