Regia di Colin Strause, Greg Strause vedi scheda film
Imbarazzante. Solo così può essere definito il secondo film diretto dai fratelli Strause ma non perché non siano affascinanti le creature aliene, seppur “già viste”, rimodellate dai due maghi degli effetti speciali. L’imbarazzo sorge a livello della regia e della sceneggiatura: siamo di fronte ad un lavoro che sembra essere realizzato da scolari di un corso di regia televisiva o che, nelle migliori intenzioni, ricorda il primo episodio di un telefilm fantascientifico di quint’ordine. Dalla loro i registi hanno la scusante del basso budget a disposizione ma il risultato è demoralizzante, mancano le basi sia teoriche sia pratiche.
La storia è trita e ritrita: un gruppo di amici si ritrova a fronteggiare l’ennesima invasione (contaminazione?) cinematografica aliena. E per combattere i “poliponi” venuti da un altro pianeta i protagonisti della storia sono rinchiusi come prigionieri in un grattacielo di Los Angeles. Riusciranno a sopravvivere o periranno senza possibilità di salvezza per il genere umano?
La scena di apertura sembra promettere bene. Tutto ha inizio ad azione già avviata. Durante la notte i fidanzati Jarrod ed Elaine vengono risvegliati da uno strano bagliore azzurro proveniente dall’esterno, a cui seguono delle urla che provengono dalla stanza adiacente: uno dei loro amici viene risucchiato nel nulla.
Con una scritta in sovraimpressione si è catapultati indietro nel tempo di 15 ore. Incontriamo Jarrod ed Elaine su un aereo diretto da New York a Los Angeles per raggiungere un amico del ragazzo, Terry, un giovane rapper di colore, che ha organizzato un party per il proprio compleanno. Giunti a Los Angeles, i giovani si trovano immersi nell’universo di Terry, condito da tutti i cliché che accompagnano la musica di colore: limousine, ricchezza ostentata, yatch di 20 metri, party in piscina, attici iperlussuosi e, ovviamente, party a base di sesso, droga e rap. Durante la festa di compleanno, non condividendo gli ideali di quel mondo, Elaine comunica a Jarrod di essere incinta ma il giovane non sembra prendere la notizia molto bene.
I bagordi della festa di compleanno lasciano il posto al torpore e alla calma del sonno fino a quando l’attrattiva luce azzurra fa la sua apparizione. Da quel momento in poi non si ha più via di scampo.
Come in uno schema fisso, stabilito dai film horror, tutti i personaggi sono fatti fuori uno dietro l’altro nell’arco di tre giorni fino al finale notevolmente pasticciato in cui i due registi, forse resisi conto della pochezza di ciò che avevano offerto, tentano la carta della lettura psicosociologica dell’ “amore che tutto supera” e della rivalsa della specie umana su quella aliena che ha appena conquistato il mondo. Nonostante l’intervento in pompa magna dell’esercito americano, gli alieni si sono impadroniti del pianeta e si nutrono del cervello degli uomini.
Questo in sintesi il film ma qualcosa durante la visione non torna e lascia adito a più di qualche dubbio.
1. Perché gli alieni iniziano ad invadere il mondo? Cosa li muove? Qual è il loro scopo? Insediarsi alla Casa Bianca (L’idea della Casa Bianca sobbalza alla mente nel vedere il cielo occupato dalle navicelle aliene, siamo dalle parti di “Independence Day”)?
2. Perché gli alieni si nutrono di cervelli umani (citazione d’obbligo per “Matrix”, ovviamente)? Come sopravvivevano prima dell’arrivo sulla Terra? Erano vegetariani o “mineraliani”? Era forse intenzione sottolineare come il successo degli alieni sulla Terra sia dovuto alla cupidigia e alla voglia di potere che riempie la testa del genere umano? Ma non bastava venire in Italia per questo e nutrirsi di un uomo solo? Avrebbero trovato il comune plauso.
3. Perché gli alieni somigliano sempre più a grosse piovre con tentacoli dotati di bulbo oculare con cui vanno alla ricerca di “cibo” (vedasi “La guerra dei mondi” di Spielberg come riferimento)? E perché hanno bisogno di distruggere il mondo (la visione della Statua della Libertà in chiaro riferimento “Cloverfield” sul finale poteva esserci risparmiata)?
4. Perché gli esseri umani vengono attratti dalla fastidiosa ed eccessiva luminosa luce azzurra? Perché sono deturpati/marchiati quelli che restano in vita? C’è forse dietro un riferimento alla cromoterapia e/o al fascio azzurro dell’energia nucleare?
5. Perché gli esseri umani sono sempre così stupidi e sprovveduti da dover discutere sulla cosa da fare anche in situazioni così critiche e pericolose? Perché inscenare continue discussioni tra Jarrod e il resto del gruppo sul voler lasciare il “sicuro” grattacielo per recarsi al porto e sfidare così apertamente gli alieni? Perché se non funzionano televisioni, satelliti e quant’altro, all’inizio del film una coprotagonista riesce a collegarsi a internet con il suo cellulare?
6. Perché i personaggi sono così stereotipati? Il rapper nero deve necessariamente avere una pistola in casa? Jarrod ed Elaine si amano per davvero? E per quale motivo Jarrod è così titubante sin dall’inizio sulla gravidanza della fidanzata (effetto “Juno” tanto per alzare di un minimo la trama o espediente per catturare le simpatie femminili)?
7. È credibile un combattimento a mani nude tra Jarrod e l’alieno quando neanche gli aerei militari riescono a scalfirne uno (acrobazie aeree che neanche “Top Gun” aveva osato)? Hanno gli alieni un punto debole, un loro tallone di Achille? Perché tutti gli esseri umani vanno sui tetti convinti che lì gli alieni non sarebbero arrivati per poi ritrovarseli a faccia a faccia?
8. Che fine fa l’idea di contaminazione aliena che fa presupporre ad una sorta di “gravidanza” (o “incubazione”) maschile di Jarrod (la Ripley di “Alien 3” grida vendetta)? Perché avvengono quelle sue strane “trasformazioni” in momenti di rabbia (non si capisce se sia più vago lo sguardo normale o quello “mutato” dell’attore Eric Balfour)?
9. Perché tra gli esseri umani trasformati in alieni nel finale solo Jarrod conserva i suoi sentimenti e pensieri, salvando Elaine e il bambino in grembo?
10. Perché i due registi non tornano ad occuparsi solo di effetti speciali (hanno supervisionato “Avatar”, ad esempio) e lasciano la regia a chi ha un minimo di competenza in più? Perché quella scena accelerata nell’attesa tra un’apparizione aliena e l’altra dopo la morte di Terry? Perché il rallenty quando non andava usato? Perché le scene sembrano per certi versi incollate e senza mordente per via di un ripetersi continuo di “sali e scendi”? Perché scegliere un cast di attori che l’unica cosa che sanno fare è compiacersi (si salva solo David Zayas, nel ruolo di un impiegato dell’albergo/grattacielo in cui si svolge il tutto, anche se a lui è lasciata una delle scene più “originali”: l’accensione di una sigaretta su una fuga di gas in modo da creare un’esplosione per annientare gli indistruttibili alieni, cosa che ovviamente gli provocherà la morte)?
A tutto ciò non vi è risposta. Un consiglio: scansatelo se potete, opponetevi con tutte le vostre forze alla visione. Qui l’unico odore di minaccia che si avverte non è dato dagli alieni ma dall’annuncio di un possibile sequel per via di un finale aperto e sospeso. Peccato che non esista la possibilità della mezza stella come voto.
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