Regia di Wes Craven vedi scheda film
Abel Plenkov, serial killer affetto da personalità multiple, compie un'ultima strage e scompare misteriosamente, giurando tremenda vendetta. Sedici anni dopo, i sette ragazzi nati nella notte della fuga del mostro cominciano a essere uccisi da un pazzo dalle fattezze celate da un costume raccapricciante. Al centro della terribile vicenda sembra esserci Bug, uno dei sette adolescenti che comincia a soffrire di allucinazioni e che probabilmente ha un legame di sangue con l'assassino.
Confessiamo che Wes Craven ci manca moltissimo, ma l'enorme rispetto per questo straordinario innovatore del genere horror non può cancellare il dato oggettivo del sostanziale declino qualitativo delle pellicole girate dal regista di Cleveland nel corso dei suoi ultimi dieci anni di vita. My Soul To Take è una sorta di remake di Scream, privo dell'ironia, dei personaggi memorabili e della sceneggiatura a orologeria di Kevin Williamson che avevano reso quel film un piccolo e indimenticabile capolavoro. Prevedibile, anonimo, fiacco e sostanzialmente noioso, girato con un budget palesemente risicato e prematuramente finito nel limbo dell'homevideo, in sostanza bypassando le sale, il penultimo lungometraggio di Craven delude profondamente, trascinandosi stancamente (e goffamente) verso un epilogo privo di verve. Cast del tutto insignificante.
Triste declino: 4/10.
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