Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Regia irritante che a tratti ridicolizza e rende incredibilmente noiosa una vicenda drammatica che meritava un taglio ben diverso. Il bravo James Franco solo in parte riesce a "ribellarsi" a una direzione che inevitabilmente non ha potuto non penalizzare purtroppo anche lui, con scelte di Boyle davvero discutibili e infelici.
Alla prima visione questo film proprio non mi era piaciuto, così a mesi di distanza ho voluto provare a rivederlo, e l'impressione è stata persino peggiore.
Grande occasione persa da Boyle. La vicenda aveva tutti i crismi perché vi si costruisse sopra un film pieno di tensione, angoscia, ansia, empatia col dramma del protagonista, e invece il regista ha sprecato, malamente, tutto. E' stato come affidare una Ferrari da Formula 1 in mano a un ragazzotto neopatentato! E non parlo di inesperienza, viste altre prove di Boyle precedenti assai migliori, ma di atteggiamento, stile, impostazione superficiale e inappropriata nella realizzazione del film.
Mi aspettavo di essere immerso nella vicenda con un crescendo graduale del senso di paura e sgomento, invece, nonostante nella realtà questo sia stato un vero e proprio dramma, nella riduzione cinematografica per lungo tempo non solo non c'è alcun coinvolgimento, ma si ha quasi l'impressione di essere stati involontariamente proiettati alla visione di una commediola (anch'essa mal riuscita) che ci riserverà un finale buffo!
Boyle sbaglia dall'inizio alla fine, persino le musiche, o sono assenti o sono irritanti, fastidiose, fuori contesto. Ti aspetti i suoni della natura, approfonditi da melodie gravi, cadenzate, coinvolgenti, e invece ti ritrovi canzonette da spot pubblicitari, una cosa davvero senza senso!
Tutti i flash back del protagonista mancano di profondità, di spessore, non avvicinano mai empaticamente alla vicenda né alla persona. Anzi risultano stucchevoli e malriuscite distrazioni che spezzano l'atmosfera. Almeno quella minima parte che non si poteva cancellare con una pessima regia. Franco lo assolvo perché penso (o voglio pensare...) che abbia dovuto assogettarsi al taglio imposto da Boyle, ma non si può dipanare una vicenda in maniera così approssimativa, comprese le espressioni e i ricordi del giovane avventuroso, facendola decollare solo nel drammatico finale.
Riempire di divani, salotti, letti, di flash familiari della vita del protagonista poteva e soprattutto doveva essere realizzato in maniera tale da avvicinarci allo spessore del personaggio, invece l'empatia non arriva mai, nulla è approfondito, non c'è un filo conduttore: sono spot, musichette, flash disarticolati, buttati là un po' a caso per riempire spazi in un modo che la fantasia scadente e asfittica del regista non ha saputo rendere in maniera diversa, migliore, coinvolgente.
Si finisce la visione con la noia accumulata in almeno un'ora inutile, che il finale drammatico non riesce a cancellare.
Occasione sprecata davvero malamente. Una vicenda altamente drammatica trattata quasi come una barzelletta, con una conclusione che ovviamente colpisce per ciò che è stata nella realtà, ma che non riesce davvero a risollevare dallo scempio offerto per quasi tutto il film.
Nota finale: trovo inconcepibili e sbalorditivi gli elogi per questo film, e scandalose le candidature all'Oscar.
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