Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Aron, giovane e spericolato rocciatore, resta intrappolato in un canyon: per alcuni giorni tenterà disperatamente di liberarsi fino all'unica decisione possibile. A volte ho davvero l'impressione di apprezzare il cinema di Danny Boyle ben oltre i suoi effettivi meriti: in effetti, nel corso di una carriera notevole ma altalenante, il regista inglese ha realizzato un film di straculto (invero un po' sopravvalutato) come "Trainspotting" e almeno tre opere eccellenti ("28 giorni dopo", "Sunshine", "The Millionaire") alternate ad un buon paio di porcate ("Una vita esagerata", "The Beach"). Alla voce "porcate" temo vada ascritto anche questo "127 ore", presuntuoso e patinatissimo videoclippone tratto da fatti realmente accaduti, che idealmente si propone come una delle storie più inutili che siano mai state raccontate: con tutta la simpatia per il povero protagonista e per la sua terribile disavventura, esattamente che dobbiamo farci, che cosa ci insegna la sua vicenda, che grandi emozioni dovrebbe comunicarci, tranne un'umana pietà e un vago senso di nausea? Anche la tensione, la suspense che avrebbe dovuto prendere alla gola per una situazione così ansiogena ed angosciante risulta terribilmente fiacca ed annacquata dai troppi (noiosissimi e a volte insensati) flashback, tanto che si finisce per guardare nervosamente l'orologio con la speranza che scorra rapidamente verso il sospirato "The End". Alla fine di interessante restano solo le splendide visioni ipersature di un regista che indubbiamente sa come costruire delle immagini eccezionalmente suggestive e la buona prova di un sempre convincente James Franco. Possono bastare? Direi di no... voto mediocre.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta