Regia di Eros Puglielli vedi scheda film
Una donna assiste a un omicidio dalla finestra di casa sua. Manda la polizia nell’appartamento del delitto, ma moglie e marito che vi abitano vengono trovati in perfetta salute. L’assurdo incidente offre però l’occasione al marito per cominciare a frequentare di nascosto la vicina e intraprendere con lei una relazione adulterina.
Da un soggetto di Teodosio Losito, esperto di prodotti televisivi, e con una sceneggiatura del veterano (principalmente, ma non solo, come interprete) dei b-movies Luigi Montefiori, ecco che arriva sui piccoli schermi italiani questo concentrato di azione, violenza e sentimenti forti: Caldo criminale. Se il titolo risulta insipido e sconclusionato, la pellicola lo è comunque di più; basti anche soltanto pensare che la protagonista femminile è Sabrina Ferilli e quello maschile Gabriel Garko, omologhi in quanto a recitazione disastrosa, tempi mancanti, espressioni forzate e innaturali. Ma non è naturalmente tutto qui: Caldo criminale riesce anche a imbastire una storia che ha ben poco di verosimile su una regia particolarmente fantasiosa (addirittura lisergiche certe carrellate, del tutto inutili e peraltro neppure aggraziate) che dispone, per finire, di un cast come già evidenziato non esattamente eccellente. Non hanno colpe i veterani infilati in ruoli marginali (Luis Molteni, Martine Brochard), così come Marisa Berenson in una parte sostanziosa se la cava; Sarah Felberbaum rivela invece la sua giovane età e le relative esperienze ancora scarse. Ma, com’è ovvio, il peggio (o il meglio, dipende dai punti di vista poiché un film simile può anche essere guardato per farsi due risate) spetta all’accoppiata Ferilli-Garko. Di fiction bruttarelle se ne vedono tante, ma qui siamo a livelli di alta classifica; nonostante gli apporti di Carlo Montuori per la fotografia, Paolo Vivaldi per le musiche e Mauro Bonanni per il montaggio, anche la confezione lascia un po’ a desiderare. 2/10.
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