Regia di Sergej Vasiliev, Georgij Vasiliev vedi scheda film
L’ex contadino Ciapaiev comanda le truppe rosse che combattono i bianchi nella regione degli Urali durante la guerra civile. Sarà anche a causa del doppiaggio palesemente incongruo rispetto alle immagini, il film sembra un western di serie B con tanto di ‘arrivano i nostri’ finale (troppo tardi per salvare il capo, ma non per vincere la battaglia: perché ciò che conta è l’idea, non i singoli). Del resto da un film di propaganda sovietico degli anni ’30 non ci si può aspettare altro che un eroe senza macchia e senza paura, dalle pose statuarie e dalle frasi tornite (“Dobbiamo ritirarci, Ciapaiev” “Ciapaiev non s’è mai ritirato”: questo è il tenore dei dialoghi, e poi parliamo male di Rambo). Ci si risolleva un po’ verso la fine, con le scene di battaglia e con l’accenno di sottotrama sentimentale fra il vice di Ciapaiev e una graziosa mitragliera.
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