Regia di Steve Antin vedi scheda film
Omaggio alla pop star Christina Aguilera, voce da 100 milioni di dischi, regina della modulazione melodica black, dono del padre ecuadoregno, affiancata da Cher, altrettanto biomodificata, nella parte di Tess, proprietaria e star di un piccolo club sul Sunset Boulevard, Burlesque, sull’orlo del fallimento. Il gusto camp di Steve Antin, alla sua seconda regia (Prigione di vetro 2), si scatena nel luccicare di cristalli swarovski, pizzi, perle, corpetti che adornano ballerine fisicamente androgine, all’opposto delle pannose striptease girls del genere erotico parodistico. Burlesque, che gira intorno alla «contadinotta dell’Iowa» Ali (Aguilera) in cerca di fortuna a Hollywood, evoca piuttosto che Busby Berkeley il Festival di Sanremo (dove la cantante si è esibita insieme ad Andrea Bocelli nel 2006) e presto l’atmosfera speziata si spegne in una ripetizione di moduli standard, da Eva contro Eva al «saranno famosi». Eppure qua e là qualche scintilla di humour, la presenza shock di Cher, il magnifico Stanley Tucci (costumista gay), i balletti delle ragazzine snodabili, una o due canzoni cult fanno riprendere quota alla piatta regia televisiva che tutto è fuorché burlesque.
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