Regia di Chen Kaige, Victor Erice, Werner Herzog, Jim Jarmusch, Aki Kaurismäki, Spike Lee, Wim Wenders vedi scheda film
Progetto ambizioso, questo di Ten minutes older, suddiviso inoltre in due parti: The trumpet (questo film) ed il 'gemello' The cello, affidato ad altri 8 famosi registi. L'idea è semplice: carta bianca agli autori per raccontare una storia di dieci minuti di durata, a dimostrare quanto può cambiare nella vita in tale - pur breve - lasso di tempo. Sicuramente l'episodio più toccante è quello di Herzog, che torna nella foresta amazzonica per raccontarci della fine di un popolo di indios, sterminato da dieci minuti di contatto con la cosiddetta 'civiltà'; colpiscono anche Lee, che dettaglia le irregolarità alla chiusura delle urne delle presidenziali Usa 2000, quando Bush jr. vinse fra mille contestazioni la sfida contro Al Gore; e così pure Kaurismaki, che rimane nel suo consueto territorio di angoscia, disperazione, solitudine e voglia di fuggire lontano da un presente desolante. Novanta minuti totali, sette micro-storie, ciascuna con qualcosa da dire (chi più e chi meno, ad es. in Jarmusch ed Erice i dialoghi sono quasi azzerati e nel primo si svolge tutto in un solo interno): visione assai piacevole. 6/10.
Succede tutto in 10 minuti. Kaurismaki: un uomo e una donna decidono di sposarsi e partire per la Siberia. Erice: un neonato sanguina, viene curato. Herzog: una tribù di indios brasiliani viene a contatto con la 'civiltà' e ne è sterminata. Jarmusch: un'attrice prima di andare sul set. Wenders: un'automobilista porta all'ospedale (e salva) un uomo intossicato per strada. Lee: irregolarità alla chiusura delle urne delle presidenziali Usa 2000. Kage: un trasloco 'immaginario'.
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