Regia di Shion Sono vedi scheda film
Succedono talmente tante cose in Love Exposure che fare una sintesi della trama è davvero impossibile, l’unica cosa certa è che dura quasi 4 ore ma scorre via veloce e lascia senza fiato. Il centro del film è l’amore. Alla sua ricerca c’è Yu, un ragazzo di 17 anni con non pochi problemi: lui cerca la sua “Maria”, ovvero la ragazza che incarna la purezza e l’amore infinito, lo aveva promesso sulla statuina della Madonna avuta da sua madre, donna devotissima, morta quando lui era piccolo. La sua storia travagliata inizia proprio a seguito di quel lutto: il padre, Tetsu, in preda al dolore si allontana affettivamente da lui, decide di prendere i voti, diventa prete e opera nella chiesa della città. Le sue prediche sono apprezzate da tutti, e in modo particolare da Kaori, una donna frivola che ha per lui un’attrazione quasi maniacale: da lei si lascia travolgere in un turbine di passione e di sesso meditando di lasciare i voti per sposarla. Yu non approva, ma accetta la situazione fino a che Kaori lo lascia facendolo cadere nella disperazione. Tetsu, conscio anche dei peccati commessi, si rifugia di nuovo nella chiesa. Le sue prediche, diversamente dalle prime, sono accuse contro i fedeli, e a farne le spese più di tutti è proprio Yu, costretto dal padre a confessioni giornaliere. Ma il ragazzo, incapace di fare del male a qualunque persona o animale, non ha nulla da confessare e, avendo capito che quello è l’unico modo per passare del tempo con il genitore, inizia a commettere dei piccoli peccati, ma non basta. L’incontro con una banda di svitati dediti al taccheggio è per Yu una svolta, perchè questi gli aprono la mente: “Gli unici peccati che manderebbero su tutte le furie tuo padre e la chiesa sono le perversioni sessuali”. Con questa premessa lo portano dal “Maestro”, una specie di “Guru della fica”, che indaga sui loro desideri e li illumina con il suo sapere. Yu viene iniziato alle arti marziali, non usa sciabole nè katane ma una macchina fotografica, e con questa se ne va in giro a fotografare le mutandine di ignare ragazzine assumendo pose tanto belle quanto assurde, una specie di danza del kung-fu, e in poco tempo diventa il “Re dei pervertiti” (e già questo basterebbe a classificare Love Exposure come un’opera fantastica). Questo per Yu è solo un modo per poter assecondare il desiderio del padre che, frustrato, vede forse il perdono dei peccati del figlio come una sorta di perdono a se stesso; il ragazzo non ha infatti nessuna pulsione sessuale derivante dalla visione dei soggetti fotografati nè dalla pratica di questa bizzarra arte. Persa una scommessa con un membro della banda strampalata di cui è diventato capo, è costretto ad uscire vestendo i panni dell’eroina dei prison movie giapponesi Sasori (conosciuta anche come Scorpion), e, con quelli indosso, baciare la prima ragazza che incontra. La situazione si complica quando, intravisto un gruppo di teppisti che molesta una ragazza, decide di aiutarla. Lei è Yoko, odia gli uomini, ma ama Kurt Cobain e Gesù Cristo, e, cosa non da poco, è la figliastra di Kaori. Finito il combattimento, Yu la bacia rendendosi conto di aver trovato la sua “Maria”, quella che ha idealizzato nella testa e nel cuore, e scopre per la prima volta la sua sessualità, ma nello stesso momento precipita nella disperazione: la ragazza ignora di aver baciato lui e crede di essere innamorata dell’eroina. Come se non bastasse nella vita di Yu si insinua Aya, una ragazza stranissima a capo di una setta religiosa, la Chiesa Zero, che, insieme a due fidate amiche va in cerca di nuovi adepti, dando del filo da torcere al ragazzo. Si soffre guardando il malessere di questo ragazzo, e mette i brividi assistere a reazioni talmente intense da dimenticare che è “solo" un film. Si potrebbe dire tranquillamente che è una storia shakespeariana, ma non è solo questo: è molto di più. E' sì un inno all'amore in tutte le sue sfumature, ma è anche una dura critica alla società e alla religione: genitori-padroni che pensano di avere sui loro figli diritti che esulano completamente da ogni rapporto famigliare, segnando profondamente il loro percorso di crescita. L'indottrinamento a proprio uso e consumo da parte della religione, che chiama a sé le pecorelle smarrite e vorrebbe cancellare i pensieri oltre che i peccati, condannando anche la più elementare delle pratiche, e cioè la scoperta del proprio corpo, ritenendola impura e imponenendo le proprie regole. Love Exposure affronta temi scottanti come l’incesto e le violenze psicologiche, parla di feticismo, di amori saffici, di religione e di sette, e lo fa in modo lieve senza nessuna forzatura. E’ un pot-pourri di generi, passa dalla commedia al gore, dal drammatico all’erotico, dall’azione all’ironico, senza stacchi, in maniera fluida fondendo i generi uno con l'altro. Bella la colonna sonora, che spazia dal Bolero di Ravel al J-Pop e avvolge tutto il film rafforzando le emozioni ad ogni nota. E’ un film che prende per mano e conduce in un viaggio senza soste, una maratona adrenalinica, stratosferica, folle e divertente con punte di poesia. Love Exposure è un film coraggioso per coraggiosi.
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