Regia di Giorgio Capitani, Fabio Jephcott vedi scheda film
Evelina, cresciuta nella trattoria di famiglia, decide di voler fare una scuola internazionale da chef. I genitori le negano il permesso, ma lei insiste comunque cercando di fare esperienza presso un importante ristorante. Grazie alla sua determinazione troverà il consenso dei genitori e anche l'amore.
Giorgio Capitani è un 'vecchio volpone' di questo tipo di operazioni; questa fiction diretta per la Rai è solamente uno nella folta lista dei lavori da lui licenziati per la televisione. E, trattando una storia incolore, inodore e insapore come è questa specie di fiabetta moderna, per lo meno evita di (ri)fare i danni creati l'anno precedente con il film tv su Papa Giovanni XXIII (Ioannes XXIII). La sceneggiatura è di Giorgio Mariuzzo e di Carla Giulia Casalini; fra gli interpreti i nomi di richiamo sono quelli di Gigi Proietti e di Stefania Sandrelli; la protagonista Bianca Guaccero si sta facendo strada sul piccolo schermo e presto ne diventerà un'inquilina fissa. In un ruolo laterale compare anche, al suo esordio catodico, la mitologica Michelle Bonev, quella tizia non-si-sa-bene-come (oh, si sa benissimo, è solo che qui potrebbero leggere dei bambini) entrata nelle grazie di mr. Silvio Berlusconi e capace di farsi consegnare qualche anno più tardi un premio in suo onore - appositamente realizzato - al festival di Venezia. Una vera criminale, e specifico subito, prima che arrivino gli avvocati: come interprete. Non che il resto del cast sia di alto livello, d'altronde. E nemmeno che la storia in sè richieda grandi cose: la blanda messa in scena pressappochista di Capitani basta e avanza per trascinarci lungo i duecento minuti standard (per la diffusione in due puntate da cento ciascuna) di durata del film. Da segnalare che un fattore di contemporaneità si può però riscontrare nella scelta dell'argomento del lavoro: è in questi anni infatti che comincia a dilagare la 'televisione dei fornelli'. 1/10.
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