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Step Up 3D

Regia di Jon M. Chu vedi scheda film

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La recensione su Step Up 3D

di FilmTv Rivista
4 stelle

Musical videoclip con lampi da teenager movie. Luke sta per essere sfrattato dal magazzino decadente che è luogo di ritrovo per molti ballerini di strada. L’unico modo per non perdere quel posto è vincere la World Jam Competition. Step Up, inaugurato nel 2006 con l’esordio alla regia della coreografa Anne Fletcher, sta diventando una saga. Qui però i numeri musicali prevalgono e soffocano quasi del tutto il resto. Delusioni e tradimenti restano solo ombre. New York, al centro del ritratto urbano di La febbre del sabato sera, è solo sfondo ipnotico, dark e pieno di luci disperse, dove i passi hip hop potrebbero essere i movimenti tipici degli zombie di Romero che camminano nella notte. Nel film di Jon Chu (regista del sequel del 2008) potevano esserci dettagli attraenti: la necessità di raccontarsi davanti a una telecamera, un numero solare quasi omaggio a Stanley Donen dove due ragazzi ballano per strada con i coperchi dei bidoni dopo essere entrati e usciti da un taxi, il rapporto tra il corpo, gli oggetti e gli elementi come quella danza collettiva sull’acqua. Più che un film però, un grande backstage. Con una gara finale che fa rimpiangere la resa dei conti dell’ultimo Karate Kid.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 40 del 2010

Autore: Simone Emiliani

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