Regia di Kevin Munroe vedi scheda film
Pur riuscendolo a definire con una sola parola – “boiata” – non basterebbe un libro per elencarne i difetti.
Partiamo dall’inizio: per realizzare questo film non c’erano le basi né le premesse, dal momento che i troppi limiti legali e/o produttivi hanno imposto restrizioni a dir poco compromettenti, tra le quali l’assenza di Groucho e il colore nero anziché bianco del maggiolino. Mancano queste e quasi tutte le altre caratteristiche che connotano il personaggio in questione.
Ma a renderlo uno dei peggiori film di sempre (e non sto affatto scherzando, vedere per credere) è la sciatteria visiva, estetica e narrativa del tutto, l’assenza di una sceneggiatura degna di questo nome, l’accumularsi di stupide e ridicole cadute al ribasso dall’inizio alla fine, nonché la presenza di un Brandon Routh (ex Superman nel film di Brian Synger del 2006) che assomiglia a Dylan Dog come John Wayne a Peter Lorre.
Ad ampliare la portata del disastro è poi un ripetersi continuo di deprimenti siparietti comici ed effetti speciali orribili.
Ci viene addirittura il dubbio che il regista (da mandare al rogo) possa non aver mai letto un singolo fumetto della collana in questione, perché del personaggio oggetto del film e del mondo che lo circonda non ha davvero capito nulla.
Il rimpianto verso “Dellamorte Dellamore” (1993) ci lacera il cuore, poiché nonostante neanche quello fosse propriamente un film da applausi, viveva comunque di un’atmosfera macabra e malinconica che nel suo piccolo aveva qualcosa di poetico, evocata intelligentemente da un Soavi ispirato.
In conclusione, la prima e ufficialmente riconosciuta trasposizione del fumetto dell’indagatore dell’incubo è puro trash, un pasticcio di uno squallore tale che, alla sua uscita nelle sale, gli spettatori avrebbero avuto ragione di chiedere il rimborso del biglietto.
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