Regia di Kevin Munroe vedi scheda film
I fumetti della Sergio Bonelli Editore non hanno fortuna al cinema: dopo il brutto 'Tex e il signore degli abissi', diretto da Duccio Tessari nel 1985, tocca a Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo creato dalla fervida fantasia di Tiziano Sclavi, a 'subire' una trasposizione sul grande schermo e i risultati vanno oltre ogni più funerea aspettativa.
Gli autori americani non hanno capito nulla del fumetto o magari nemmeno l'hanno letto, perché qui del Dylan Dog sclaviano c'è quasi nulla: a cominciare dall'insulso attore palestrato Brandon Routh, lontano anni luce da quello di carta, che ha i tratti e il volto un po' emaciato di Rupert Everett, per passare poi alla location - New Orleans al posto di Londra, scelta motivata per risparmiare sui costi - e soprattutto alle atmosfere dark con gustosi inserimenti di umorismo macabro grazie alla figura di Groucho, qui totalmente cancellato e sostituito da tal Marcus, ben presto uno zombie a cui vengono assegnate le parentesi (poco) comiche della pasticciatissima storia di vampiri e mostri vari che suscitano più grasse risate che spaventi.
Nel complesso un horroraccio senza tensione, la cui unica paura che incute nello spettatore è l'eventualità di un sequel;
possibilità questa che, sulla base del fiasco critico ma ancor più a livello di incassi, dovrebbe essere scongiurata.
Voto. 4.
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