Regia di Kevin Munroe vedi scheda film
Ordunque, chiariamo subito l’equivoco: questo non è Dylan Dog. O meglio, si chiama così, a lui si ispira, in qualche cosa ci assomiglia, ma stop, sono più le differenze che le similitudini. Abbiamo il nostro (Brandon Routh, Superman nell’ultimo rifacimento, più altri film che non ho ancora visto), alla fine non se la cava neanche malissimo, che è un palestrato molto noto negli ambienti dei mostri, eletto a una specie di giudice imparziale e rispettato per questo.
Non c’è il suo storico aiutante, ma c’è un tipo che velocemente cambierà natura, e che è utile alla trama, e basta. C’è la solita fighetta di turno (Anita Briem, vista in Viaggio al centro della Terra), gradevole e frequente presenza nel fumetto; qua però fanno vedere cose schifose, ma non si parla di vedere un paio di tette, come invece accade nelle storie cartacee, siamo al punto che lei si risveglia nel letto di lui dopo avere trombato e ha su reggiseno e canottiera (forse anche i moonboot, suppongo, ma non si vede). Siamo insomma in un buon puritanesimo, con una storia ereditata chissà da dove con licantropi contro vampiri.
La storia ha poi poco senso, anche se si segue con moderato interesse. Il film dunque non c’entra ‘na mazza col fumetto, a cui si richiama qua e là (uno dei vampiri si chiama Sclavi!); se assodiamo questo, il risultato non è poi spregevole, direi tra il 4 e il 5; se invece si cercava il fumetto, è un film impresentabile.
Io l’ho seguito comunque fino alla fine, intrattiene senza regalare granchè, ma questo passa il convento, in questo caso. Film sicuramente perdibile, ma ormai l’ho visto. E’ stato un floppone economico, prevedibile per sto b-movie.
Non è Dylan Dog
Caruccia, ma almeno le tette poteva farle vedere
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