Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film
Nella Torino di fine anni Settanta, l'operaio Tonino viene chiamato per sorteggio a far parte della giuria popolare per un grosso processo di terrorismo, contro le Brigate Rosse. Tonino accetta di buon grado l'incarico, come diversivo e come scusa per ottenere permessi al lavoro. Salvo poi capire che il processo è una cosa seria, serissima.
Il soggetto è del cronista torinese Giovanni Fasanella e dell'autore teatrale Giuseppe Rocca, ai quali si sono aggiunti per la sceneggiatura il regista e Giorgio Glaviano; l'intento fondamentale del film è quello di raccontare gli anni di piombo attraverso la sguardo di un italiano medio e perfino mediocre, un operaio del sud immigrato a Torino (per essere assunto alla Fiat, of course), non molto acculturato, politicamente e moralmente qualunquista, un personaggio - insomma - calibrato apposta per apparire di modestissima levatura sociale-intellettuale e già antico agli spettatori del 2010, anno in cui la pellicola viene prodotta. Alle spalle di Giacomo Campiotti c'è la Rai; il regista lavora ormai da oltre un decennio quasi esclusivamente per la televisione, realizzando di rado progetti maggiormente ambiziosi delle solite fiction dall'andamento piano e dalla struttura semplice, confezionate alla buona per un pubblico poco esigente. Come è questa, d'altronde. Il sorteggio è inoltre l'ennesima riproposizione di Beppe Fiorello in un ruolo da protagonista tutto cuore, dispensatore di secchiate di buonismo agratis; accanto a lui nel cast troviamo Giorgio Faletti, Ettore Bassi, Gioia Spaziani, Francesco Di Leva. Nel complesso un'opera con ambizioni eccessive per la sua destinazione, e infatti dall'impatto realmente modestissimo. 3/10.
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