Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film
Un film non fatto bene e pieno di difetti (come ha giustamente rilevato panflo), ma doveroso e che si vorrebbe dedicato ad eroi popolari come Guido Rossa ed Adelaide Aglietta, due persone che, pur nella paura, ebbero il coraggio di fronteggiare le Brigate Rosse, allora al massimo della loro capacità organizzativa e di presa su determinati ambienti, come la fabbrica. È particolarmente bello il personaggio dell'operaio sindacalista Gino, anche se è un peccato che sia stato affidato a Faletti, che lo rovina con la sua voce da "minchia, signor tenente". Certi slogan urlati dai brigatisti alla sbarra e dai loro fiancheggiatori nella cosiddetta società civile sembrano usciti dalla penna di qualche cattivo sceneggiatore, ma purtroppo facevano parte dell'armamentario ideologico degli obnubilati cavalieri della stella a cinque punte. Si deve ad eroi proletari come il protagonista di questo film se l'Italia ha retto all'assalto del terrorismo; anche se resto convinto che molti di loro non avrebero affrontato la difficile prova se avessero visto in quali mani sarebbe finito, a trent'anni di distanza, il loro povero Paese.
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