Regia di Garson Kanin vedi scheda film
L'avvocato Nick Arden (Cary Grant) chiede al giudice di pronunciare lo stato di morte legale della consorte, scomparsa 7 anni prima durante una spedizione scientifica. Dopo la sentenza il giudice celebra il matrimonio dell'avvocato con Bianca (Gail Patrick), la nuova fidanzata. I due sposini volano in Canada per festeggiare le nozze ed iniziare una nuova vita ma, ben presto, la luna di miele viene interrotta dalla clamorosa ricomparsa della "defunta" signora Ellen Arden (Irene Dunne), intenzionata a riappropriarsi del marito. Il povero Nick non riesce ad affrontare l'imprevista situazione e finisce per cacciarsi in un mare di guai... Inizia così "Le mie due mogli" diretto da Garson Kanin, autorevole protagonista della screwball comedy. Il film risale al periodo giovanile del poliedrico artista americano, quando costui svolge principalmente l'attività di sceneggiatore/regista (dagli anni 30 fino alla chiamata alle armi). Durante il secondo conflitto mondiale, viste le competenze tecniche, Kanin diventa "regista di guerra", percorso che lo porta ad ottenere l'Oscar 1946 per il documentario "La vera gloria". Il dopo-guerra è, invece, incentrato sulla scrittura. Sue sono le sceneggiature di pellicole celebri come "La costola di Adamo" (1949), "Nata ieri" (1950), "Lui e lei" (1952), "La ragazza del secolo" (1954) dirette da un certo George Cukor. "Le mie due mogli", come molte altre "commedie svitate", si sviluppa da un pretesto leggero e inverosimile (il ritorno a casa di una naufraga che si riteneva morta) allo scopo di raccontare un amore e quanto lo minaccia. Nel narrare la parabola della crisi matrimoniale che si risolve quando un evento "imprevisto" riaccende la miccia della passione sopita, il film osa sondare, beninteso in maniera velata, i desideri erotici (del maschio) incarnati dal protagonista che brama la poligamia, soffre ed è attratto dal pensiero perverso della consorte rimasta per anni su un'isola deserta (il luogo erotico per eccellenza), a concupire con un uomo prestante e affascinante, ed, infine, sceglie la situazione più onorevole ma forse più eccitante ricongiungendosi con la prima moglie che rappresenta pur sempre una sorta di erotica e legittima scappatella dal momento che ha contratto nuovo matrimonio. Il sesso, che non si vede e non si fa, è il motore di questa commedia che non si limita alle schermaglie amorose tra i protagonisti ma gioca maliziosamente a rimescolare i generi ritraendo Ellen Arden con sembianze androgine e immortalando il marito Nick nell'armadio a provarsi vestiti da donna in una gag sufficientemente equivoca e provocatoria.
Nello chalet di montagna, dove Ellen muove gli ultimi fili che le restituiranno definitivamente il marito, un finale memorabile all'insegna del travestimento/feticismo chiude in maniera strepitosa e inattesa un gioco al gatto e al topo che, pur con qualche espediente narrativo poco calibrato, diverte e provoca dall'inizio alla fine, grazie a protagoniste femminili attraenti e di gran temperamento e ad un protagonista maschile che, inconsapevolmente, si fa travolgere dagli eventi fino ad essere ricondotto sulla strada appianata di una tranquilla e doverosa sicurezza borghese.
RaiPlay
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