Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
Un timido insegnante di provincia, che vive con due zie molto possessive, riceve una inaspettata eredità. L'uomo rimane però deluso nello scoprire che ha ereditato una compagnia di teatro di rivista, naturalmente invisa alle zie perbeniste. Pian piano l'uomo si lascia incantare dalla magia dello spettacolo e decide infine di prendervi parte.
Il terzo film diretto da Riccardo Freda sembra tutto, tranne che un film di Freda. Questo per almeno un paio di motivi: il regista è ancora alle prime armi e sicuramente accetta il lavoro per farsi le ossa; da non sottovalutare poi l'impatto concreto della seconda guerra mondiale sulle riprese, iniziate nel 1943 e terminate solamente due anni più tardi, non senza fatica (cosa che rende Tutta la città canta, probabilmente, precedente a Non canto più, uscito però qualche mese prima). Il risultato è una striminzita commediola musicale ambientata nel mondo del teatro di rivista, ottima occasione per rispolverare qualche numero e riempire con facilità il minutaggio della pellicola. A fare da mattatore c'è Nino Taranto, come sempre impeccabile; al suo fianco partecipano tra gli altri Vivi Gioi, Natalino Otto, i 3 Bonos, Nanda Primavera, Franca Casalboni e Gorni Kramer. Un'ottantina di minuti di puro svago con qualche facile risatina, nelle intenzioni di partenza; bene o male, anche nel prodotto finito, sbrigativo ma non tirato via. Subito di seguito il regista girerà il già maggiormente noto Aquila nera (1946). 4/10.
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