Regia di Luca Lucini vedi scheda film
Ciò che gli altri dicono di noi ci condiziona più di quanto possiamo immaginare. Cristina Comencini dev’essere partita da qui. Premessa alla base di un soggetto scritto e poi affidato allo specialista in commedie brillanti Luca Lucini. Storia di due fratelli, Leonardo e Giorgio, molto diversi tra loro. Sensibile e impacciato il primo, incostante e sciupafemmine il secondo.
Eppure uniti, sino al giorno in cui s’innamorano della stessa donna. Per fare prima ce lo racconta una voce narrante, soluzione facile facile, marchio di fabbrica di tanto modesto cinema nostrano, affidata a Stefania Sandrelli, che si ritrova come figli Luca Argentero (al suo terzo film accanto al regista di Oggi sposi) e Alessandro Gassman. La donna della mia vita si annunciava «commedia sentimentale, brillante e sovversiva sul gioco dei ruoli», ma gli aggettivi non calzano affatto. Questa fragilissima commediola degli equivoci, tra Milano e Roma, corna e bugie, si muove a fatica tra i Vanzina e Tutti pazzi per amore. Colpo di grazia: gli attori. Mille miglia lontani dal progetto. Alle prese con personaggi caricati che son tutto fuorché spassosi o credibili e con una comicità di situazioni stinta e prevedibilissima.
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