Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film
Cinque personaggi per vari motivi disperati decidono di dare una svolta alle loro vite e a quella del Paese con un gesto drastico: il rapimento di un ministro. Con i soldi del riscatto poi gli improvvisati criminali intendono risarcire la famiglia di un uomo morto sul lavoro.
Figli delle stelle è la quarta regia cinematografica di Lucio Pellegrini, a sette anni di distanza dal precedente Ora o mai più; nel frattempo il Nostro è stato impegnato dalla tv, territorio verso il quale principalmente rivolgerà i suoi sforzi anche in futuro. Indubbiamente il film ha un pregio: è ambientato nella realtà italiana del 2010; da qui a risultare credibile e a dire qualcosa di significativo, però, ce ne passa. La sceneggiatura di Francesco Cenni, Michele Pellegrini e del regista sguazza fra luoghi comuni e personaggi stereotipati, fallendo qualsiasi tentativo di approfondimento psicologico e sociale; certo, stiamo parlando di una commedia e non è obbligatorio - o potrebbe addirittura essere controproducente - spingersi tanto oltre la superficie delle cose, ma qualcosa di più era auspicabile offrire al pubblico, dati gli argomenti tirati in ballo: la crisi economica, la corruzione e, occhio perchè questa è un'intuizione felice, la disaffezione della gente comune nei confronti della politica. Ogni qual volta la pellicola tenta di fare il salto di qualità emancipandosi dal fragile, puro e semplice canovaccio comico, per approdare al livello della satira e dell'analisi di costume, la struttura immancabilmente implode e sulla riflessione o sulla denuncia prevalgono le risatine. Non sciocche, non cinepanettonesche, ma scontate e quindi sterili sì. Cast di buonissimo livello, che annovera fra gli altri Pierfrancesco Favino, Claudia Pandolfi, Giorgio Tirabassi, Teco Celio, Giuseppe Battiston, Edoardo Gabbriellini, Paolo Sassanelli e (ahinoi) Fabio Volo. Il titolo del film viene dall'omonima canzone di Alan Sorrenti, citata verso il finale e sui titoli di coda. 3/10.
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