Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film
Dopo l'ennesima morte bianca sul lavoro, cinque persone, diversamente motivate, decidono di rapire un ministro per ragioni politiche. Pasticciano e prendono al suo posto un sottosegretario (Tirabassi), trascinandolo rocambolescamente tra le montagne della Valle d'Aosta. Qui tra rapitori e rapito si instaura una convivenza che sconfina nel surreale.
Con Figli delle stelle - ennesimo titolo di una tendenza sempre più diffusa del cinema italiano a saccheggiare la canzone (Mille bolle blu, Arrivederci amore, ciao, Parlami d'amore, Mio fratello è figlio unico, Mi fido di te, Amore che vieni, amore che vai, Un'estate al mare, La stagione dell'amore, Non c'è più niente da fare, La prima cosa bella, Questo piccolo grande amore, Una canzone per te, solo per citare i più recenti) - Lucio Pellegrini dimostra ancora una volta di sapersi giocare le carte migliori della commedia con temi a sfondo politico-sociale, come aveva già fatto con Ora o mai più sui fatti del G8 di Genova. Qui il paradigma di riferimento è quello de I soliti ignoti, il cast, con l'eccezione di una Pandolfi totalmente fuori ruolo, è di prima scelta e Favino, che conferisce al suo personaggio un simpaticissimo accento ternano, ci regala una delle sue interpretazioni più riuscite, sicuramente la più esilarante, a compensazione delle imperfezioni del film e delle numerose ellissi del racconto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta