Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film
Una vita tranquilla è quella che sta vivendo Rosario Russo (Toni Servillo); da dodici anni vive in un piccolo paese della Germania con la moglie Renate (Juliane Kohler) ed il figlioletto Mathias, gestendo un hotel ristorante.
Ma un giorno arrivano improvvisamente due ragazzi italiani, Diego (Marco D’amore) e Edoardo (Francesco di Leva), in Germania per commettere un omicidio legato alla tratta dei rifiuti napoletani ed il suo passato viene presto scoperchiato mettendo a repentaglio la sua vita e quella degli affetti consolidati nel corso degli anni.
Claudio Cupellini senza dubbio ci sorprende e dopo la commediola para televisiva “Lezioni di cioccolato”, cambia completamente genere ed approccio realizzando un film di spiccata matrice europea che ha parecchi aspetti interessanti e qualche sbavatura.
Infatti si respira una certa “ambizione”, la storia parte piano (anche non benissimo francamente, l’esplosione pretesto narrativo in albergo non l’ho capita), si prende i suoi tempi e poi cresce gradatamente trovando più valvole di sfogo efficaci, vedi il passato che torna in superficie di Rosario (escalation costante e continua che Toni Servillo cesella con destrezza), ma anche i legami con temi di fondo reali che (purtroppo) ben conosciamo, come quello dello smaltimento dei rifiuti napoletani in Germania.
Interessante è anche la fotografia (i ripetitivi paesaggi rurali tedeschi con quelle tonalità si abbinano scaltramente alla vicenda), la regia non si accontenta (alcuni movimenti di macchina non banali e una buona intraprendenza di fondo), non manca nemmeno un pizzico di sex appeal (stupenda la Boris, pardon Doris, interpretata da Alice Dwyer), giusto alcune scene, magari anche visivamente intriganti (il già citato pretesto iniziale, l’omicidio del manager ed il suo (non) seguito, il piano di Rosario per sistemare le cose a cavallo di una cena), paiono un po’ approssimative.
Su tutto però il salto di qualità lo fa compiere tutta la parte che anticipa l’amaro finale, gli ultimi venti minuti offrono più di una soluzione accattivante,anche se probabilmente un filo di tensione in più si poteva anche ottenere, mentre la conclusione odora sentitamente di autore, senza fronzoli, pulita e diretta, per niente consolatoria con naturali pensieri su cosa il futuro avrebbe potuto riservare ai personaggi (interrogativi che sono evidenti manifestazioni che il film ha lasciato il suo segno).
Dunque un film imperfetto, ma che si fa voler bene, il prodotto che non ti aspetti e nel quale risulta più facile perdonare le sfumature meno riuscite grazie ad un approccio convinto e personale, a questo punto speriamo che Cupellini non torni sui suoi passi e possa cercare di raccontare nuovamente una storia degna di essere seguita e di ampio respiro.
Interessante.
Una vera sorpresa.
Cambia (saggiamente) genere, ma al contempo dimostra che la scelta non è affatto casuale.
Manifesta alcune titubanze lungo il tragitto, ma sono molti di più i meriti.
Bel personaggio, stavolta non si mangia il film a prescindere, ma cresce con esso, senza strafare, ma risultando funzionale alla trama e offrendo alcuni momenti da pelle d'oca nella seconda parte.
Buona prova.
Funzionale al (felice) contesto, regge bene la scena, manifestando "felicemente" i suoi moti interiori che mutano lungo il percorso.
Sopra le righe, ma funziona bene nel suo ruolo un pò grezzo (ma che ci sta tutto).
Soddisfacente madre di famiglia tedesca che nulla sa di quello che sta accadendo.
E' il figlio di Rosario, fa quel che deve (e di più non può nemmeno fare).
Bellezza sopraffina che si dona con sincera spontaneità.
C'è e fa bene nel suo piccolo.
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